Sono cadute quasi tutte le accuse mosse al sindaco pentastellato di Assemini Mario Puddu, alla sua vice Jessica Mostallino e al consigliere Roberto Melis, dall’ex vice segretaria comunale Daniela Petricci.

Secondo quanto riporta L’Unione Sarda nella sua edizione cartacea, non ci sarebbero stati abuso d’ufficio, maltrattamenti e calunnia ai danni dell’ex funzionaria, rimossa dal suo incarico.

Secondo il Gip l’abuso d’ufficio non si sarebbe configurato perché essendo cambiata la Giunta comunale è normale che possano cambiare anche i dirigenti. Resta in piedi solo il procedimento parallelo in cui i tre esponenti della Giunta grillina di Assemini sono accusati di aver diffamato Daniela Petricci.

«Mio padre, mia madre e la vita – ha commentato Puddu sul suo profilo Facebook – mi hanno insegnato che la verità e la giustizia prima o poi trionfano. Hanno cercato di toglierci la dignità, di marchiarci con il simbolo della disonestà, di colpirci al cuore, visto quanto per noi (amministratori 5Stelle) è importante quella virtù.  Ma siamo andati avanti con coraggio, tenacia, con la consapevolezza di aver agito sempre e solo nell’interesse dei cittadini».

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.