Lotta al bracconaggio. Un gruppo di volontari elimina oltre mille trappole nelle campagne del cagliaritano

Più di mille trappole dei bracconieri scoperte nel cagliaritano durante la ventunesima campagna anti-bracconaggio condotta oggi nel cagliaritano. Una quindicina di volontari della Lega per l’Abolizione della Caccia – L.A.C. provenienti da Lazio, Toscana, Piemonte e Lombardia, con il sostegno del Gruppo
Più di mille trappole dei bracconieri scoperte nel cagliaritano durante la ventunesima campagna anti-bracconaggio condotta oggi nel cagliaritano. Una quindicina di volontari della Lega per l’Abolizione della Caccia – L.A.C. provenienti da Lazio, Toscana, Piemonte e Lombardia, con il sostegno del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, hanno infatti neutralizzato più di mille trappole per avifauna, i cosiddetti latziteddus (lacci in nylon o crine posizionati sugli alberi con armature metalliche, ndr) e trappole da terra, e 150 trappole per ungulati, sos cropos (cavi di acciaio per catturare cervi e cinghiali, ndr).
Da una stima rispetto alle campagne passate, è emerso un aumento delle trappole per gli ungulati ma complessivamente il numero delle trappole è in costante calo. Per quanto riguarda, invece, la presenza di bracconieri nel territorio del cagliaritano, si stima che siano un centinaio quelli “fissi” della zona di Capoterra più duecento definiti “occasionali”.
La bonifica di sentieri, boschi e macchie mediterranee, da Capoterra, Sarroch, Monte Arcosu, Gutturu Mannu, Uta, Assemini, Molentargius, fino a Santadi, è stata realizzata dai volontari con la collaborazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Ma il contrasto al bracconaggio non passa solo per questo tipo di bonifiche. Nei giorni scorsi, infatti, le Forze di Polizia hanno effettuato un controllo capillare dei mercati civici cagliaritani di San Benedetto e via Quirra per verificare la vendita abusiva di questi animali. Secondo le ricerche del Gruppo di intervento giuridico, e riscontrato negli anni dai controlli delle Forze dell’ordine, i principali fruitori di questo tipo di caccia di frodo sarebbero alcuni noti ristoranti del cagliaritano che propongono un piatto che, come la griva (lo spiedo di 8 tordi, ndr) proprio per la sua provenienza illegale arriva a costare anche un centinaio di euro.
Soddisfatti i volontari della campagna che hanno dichiarato: «Anche quest’anno siamo particolarmente soddisfatti dell’aiuto fornito a Corpo forestale e Carabinieri che combattono il bracconaggio ogni giorno, ma siamo convinti della necessità di un impegno molto più incisivo nei confronti degli acquirenti e un deciso rafforzamento delle sanzioni: sequestri dei mezzi utilizzati per il bracconaggio, auto comprese, ispezioni in ristoranti e mercati. Il bracconaggio è un vero e proprio danno al patrimonio ambientale, è un vero e proprio furto ai danni di tutti noi».

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