Passeggiando in via Sulis, tra le tante boutique di questa via diventata ormai tempio dell’eleganza cagliaritana, è impossibile non notare, appena sotto le scalette che conducono alla passeggiata del Terrapieno, una boutique molto particolare. Le sue creazioni non sono fatte di stoffa anche se di stoffe nelle decorazioni del locale ce ne sono tante. Stiamo parlando del ristorante “I Sarti del Gusto”, un piccolo e intimo bistrot che da poco ha compiuto due anni e che realizza piatti unici cercando di trasformare materie prime tradizionali in piatti innovativi e non convenzionali.

L’idea nasce dall’incontro tra Luca Fanni, 32enne di San Giovanni Suergiu con una formazione nell’alta ristorazione anche all’estero, e lo chef Riccardo Massaiu che dopo aver abbandonato la giurisprudenza ha capito che il suo futuro sarebbe stato in cucina. Luca e Riccardo, dopo aver scoperto tra le altre cose di essere lontani cugini, hanno deciso di dare vita a questo ristorante, dove le macchine da cucire Singer presenti in sala suggeriscono che anche i piatti che arriveranno in tavola, come i vestiti di una volta, saranno “cuciti” su misura per ogni cliente.

Ecco un video con gli splendidi piatti dello chef Riccardo Massaiu. Un tour goloso dall’antipasto al dolce che fa venire letteralmente l’acquolina in bocca.

Antipasto: “Piccione leggermente affumicato, crema di zucca e chips ai funghi”

Questo piatto realizzato da Riccardo Massaiu ha come ingrediente principale una carne nobile, ma poco nota ai palati cagliaritani, il piccione. Il petto di questo animale, dopo essere stato sfilettato e leggermente affumicato, viene scottato in padella e poi adagiato sopra una freschissima crema di zucca. Per completare il piatto lo chef realizza una demi-glass di vitello, una preparazione che richiede circa due giorni, ma che conferisce alla carne un gusto intenso e morbido allo stesso tempo. Accanto al petto di piccione viene sistemata nel piatto una piccola polpetta realizzata con la coscia del piccione, una parte un po’ più grassa dell’animale che trasmette sensazioni diverse al palato. Per dare una nota croccante al piatto vengono aggiunte alla fine delle chips di patate ai funghi. 

Primo piatto: “Tortello di coniglio, caffè, burrata e limone”

La pasta all’uovo è fresca, come tutta quella servita a I Sarti del Gusto. Un impasto speciale che grazie all’aggiunta di semola non si sfalda facilmente come le altre paste all’uovo, ma rimane piacevolmente al dente. Il ripieno di coniglio si sposa felicemente con un fondo semplicissimo di burro e parmigiano scaldato pazientemente dallo chef in un pentolino in rame con un movimento rotatorio costante sul fornello. Ma la spinta di gusto arriva quando il fondo al burro, i tortelli e la scorza fresca di limone grattugiata sono già sul piatto, grazie a una spuma di burrata fresca sifonata sopra e a una polvere di caffè che contrasta, grazie al suo gusto forte e deciso, la freschezza e la delicatezza degli altri sapori.

Secondo: “Baccalà, Porri, Cappero e Martini”

Il baccalà è un pesce che si presta a una quantità innumerevole di preparazioni. La maggior parte di queste però tende a mascherarne il sapore, che a molti non piace perché troppo intenso. In questo piatto invece la nobiltà di questa materia prima viene rispettata ed esaltata, innanzitutto da una cottura a bassa temperatura (circa 50 gradi) e da un filo d’olio extra vergine di oliva aggiunto a crudo. È un matrimonio felice quello con i porri, cotti in maniera semplice anche loro, al vapore con un po’ di burro. Un’altra spuma, questa volta al Martini, è protagonista di questo piatto, che poco prima di essere portato in tavola viene ricoperto da una vaporosa nuvola bianca. A completare il tutto una polvere di cappero essiccato, dal profumo intenso e avvolgente.

Dessert: “Variazione al cioccolato”

In quanti modi si può servire il cioccolato? Riccardo Massaiu ne ha individuato sei e li ha messi tutti nello stesso piatto: mousse al cioccolato fondente, terra di cioccolato, spuma ghiacciata al cioccolato bianco, cremoso al cioccolato con crema pasticcera e fondente, sorbetto al cioccolato e chips di riso fritta al cacao. Solo il dolce è un viaggio culinario tra le diverse consistenze e sfumature della materia prima più golosa per eccellenza.

I Sarti del Gusto propone ogni sera un menù che va dall’antipasto al dolce con la possibilità di fare l’abbinamento dei vini al calice. In alternativa si può scegliere ciò che si preferisce alla carta. Un menù che varia costantemente a seconda della disponibilità delle materie prime, quando possibile sempre locali e provenienti da una filiera corta. I prezzi del menù non sono quelli di una pizzeria – come è possibile immaginare – ma sono molto spesso fin troppo contenuti se si tiene presente la difficoltà e la ricerca che c’è dietro la preparazione di ogni piatto. 

Per chi vuole avvicinarsi per la prima volta a questa cucina, c’è la possibilità a pranzo dal mercoledì al venerdì di approfittare del business lunch, in cui con 20 euro si possono scegliere due portate tra le quattro del giorno disponibili, calice di vino, acqua e caffè. Difficilmente al momento di pagare il conto non verrà voglia di prenotare un tavolo anche per la cena.

 

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Cagliari dice addio al Marina cafè Noir, si chiude un capitolo di cultura e libertà.

Dopo ventitré anni di parole, musica, incontri e riflessioni condivise, il Marina Cafè Noir lascia Cagliari. Il festival, nato con l’intento di avvicinare la cultura a tutti, senza confini sociali o appartenenze, sospende le sue attività in città.

Una decisione che segna la fine di un’epoca per la vita culturale dell’isola e apre una ferita profonda nel cuore di chi, in questi anni, ha trovato nel festival uno spazio di libertà e confronto. Nato all’inizio degli anni Duemila come progetto indipendente e inclusivo, il Marina Cafè Noir non è mai stato un semplice evento letterario. È stato un laboratorio urbano, un punto di incontro tra libri, teatro, musica e impegno civile. Ha occupato piazze e strade, trasformando angoli dimenticati della città in luoghi di partecipazione. Ogni edizione ha raccontato il mondo da prospettive diverse, intrecciando voci, generi e linguaggi. Gli organizzatori hanno sempre difeso l’idea di una cultura accessibile, capace di far dialogare realtà diverse, e nel tempo il festival è diventato un riferimento riconosciuto a livello nazionale, citato da riviste e guide come uno dei più originali d’Italia.

Negli anni, il Mcn ha saputo costruire una comunità viva e accogliente. Ha dato spazio a scrittori, artisti e pensatori italiani e internazionali, ma anche a chi, semplicemente, desiderava ascoltare e partecipare. Ha raccontato Cagliari fuori dai suoi confini, mostrando un volto aperto, creativo e contemporaneo della città. Tuttavia, dietro l’entusiasmo del pubblico e il prestigio conquistato, il rapporto con le istituzioni locali si è progressivamente incrinato. L’organizzazione ha denunciato un clima amministrativo sempre più complesso, fatto di ostacoli burocratici e di una percezione distorta del proprio ruolo. Sentirsi considerati un problema più che una risorsa, spiegano dall’associazione culturale Chourmo, ha reso insostenibile continuare a operare nello stesso contesto. Così è arrivata la decisione più difficile: sospendere le attività a Cagliari e cercare altrove nuovi spazi per far vivere il progetto. Il futuro del Marina Cafè Noir rimane aperto, come le storie che ha raccontato in questi ventitré anni. L’anima del festival continuerà a viaggiare, portando con sé la stessa energia, lo stesso desiderio di incontro e quella passione civile che lo hanno reso unico. Cagliari, invece, dovrà fare i conti con un’assenza che pesa, quella di un progetto che ha saputo parlare alla città e al mondo, ricordando a tutti che la cultura è prima di tutto un atto di libertà condivisa.

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