L’inclusione sociale dei bambini autistici attraverso il gioco e lo sport: iniziative a Cagliari

L’approccio della società moderna nei confronti dell’autismo è fortunatamente cambiato in meglio. Mentre in passato una persona affetta da questo disturbo veniva guardata con sospetto e quasi paura, oggi si è finalmente capito che chi ne soffre ha gli stessi
L’approccio della società moderna nei confronti dell’autismo è fortunatamente cambiato in meglio. Mentre in passato una persona affetta da questo disturbo veniva guardata con sospetto e quasi paura, oggi si è finalmente capito che chi ne soffre ha gli stessi diritti di essere felice quanto chiunque altro. La strada, però, è ancora molto in salita e spesso i ragazzi e gli adulti autistici vengono discriminati e isolati. In Italia esistono associazioni che si occupano di farli sentire meno soli e fargli vivere una vita dignitosa. Una di queste è “I bambini delle fate”, onlus che promuove e finanzia campagne e progetti sociali gestiti da associazioni di genitori, enti o strutture ospedaliere.
Una di queste campagne nazionali è denominata “Sporcatevi le mani”, che raccoglie fondi per finanziare importanti progetti di inclusione sociale delle persone affette dal disturbo dello spettro autistico. Di questa campagna i principali testimonial sono Andrea (il ragazzo autistico di cui si è occupato spesso Giulio Golia a “Le Iene”) e suo papà Franco. “I bambini delle fate” è presente anche in Sardegna ed è attualmente impegnata in diverse iniziative già attive a Sassari, Arzachena e Lu Bagnu. A Cagliari, invece, si sta cercando di avviare due progetti rivolti a bambini e ragazzi: “Giocaus Impari” (Giochiamo insieme) e “Filippide”. Il primo mira a coinvolgere quattro bimbi dai 2 ai 5 anni di quattro scuole materne cagliaritane: «L’obbiettivo è l’inclusione sociale dei piccoli attraverso il gioco, coinvolgendoli sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico – afferma Laura Piga, responsabile per la Sardegna della campagna “Sporcatevi le mani” – Al contempo, portare sollievo alle famiglie, lavorando insieme ai terapisti di riferimento».
Il progetto Filippide, invece mira a coinvolgere dodici ragazzi dai 12 anni in su in attività motorie come l’atletica. Per far partire i progetti, l’associazione conta su donazioni costanti e responsabili da parte di volontari che abbiano voglia di “sporcarsi le mani” per una giusta causa.Laura Piga rassicura: «Il donatore può vedere con i propri occhi dove va a finire il suo prezioso contributo; come già facciamo laddove le iniziative sono già attive, organizziamo incontri periodici tra donatori e destinatari, mostrando loro come funzionano i progetti». Per diventare donatori, si può contattare Laura Piga tramite messaggio privato sul suo profilo Facebook, la quale spiegherà come effettuare la donazione. Manca davvero poco e anche i ragazzi speciali di Cagliari potranno giocare e allenarsi in un contesto di inclusione e solidarietà.

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