Bruttissimo stop per il Cagliari che lascia la Coppa Italia perdendo per 2-1 contro il Pordenone. I ragazzi di Lopez hanno giocato male sin dal primo minuto, con la testa altrove e il ritmo svogliato di una partitella di metà settimana. Gli ospiti hanno accarezzato la speranza di poter vincere al primo vantaggio con Maza al ‘7 ed hanno avuto la certezza quando, tornati in vantaggio con Bassoli a seguito del momentaneo pareggio di Dessena, i rossoblù non hanno mostrato molto interesse a voler recuperare il punteggio. Una vergogna totale che merita i fischi di fine partita ed una riflessione interna allo spogliatoio sia da parte dello staff tecnico che da parte dei giocatori scesi in campo.

CRONACA.
Tanto pubblico alla Sardegna Arena per essere un martedì pomeriggio e per essere il quarto turno di Coppa Italia. Calcio d’avvio per i rossoblù, subito dopo sono gli ospiti a prendere l’iniziativa davanti ad un Cagliari molto compassato e in tenuta blanda come fosse un allenamento. Eppure la prima occasione è proprio cagliaritana al 4′ con Dessena che spinge verso la porta un cross di Van Der Wiel ma non inquadra la porta difesa da Perilli. A sorpresa però il Pordenone va in vantaggio tre minuti dopo: al 7′ Sainz Maza vede fuori dai pali Crosta e lo supera con un tiro preciso a palombella. Reazione di Farìas che trova solo una deviazione sul suo potente destro dal limite, ma i ragazzi di Lopez appaiono svogliati, giocano troppo sotto ritmo e non hanno le idee giuste per smarcarsi dalla pressione dei friulani. Crosta blocca sicuro il destro di Lulli, al 18′ il Cagliari pareggia: passaggio filtrante in area di Farìas per il taglio in diagonale di Dessena, il mediano aggancia la palla e supera Perilli in uscita.  Tiro al lato di Joao Pedro dal limite, Farìas e Van Der Wiel tentano di inserirsi nell’area avversario con tanti cross, Berrettoni tenta un tiro d’esterno che mette i brividi a Crosta. Cincischia davanti alla porta Melchiorri, la punizione di Burrai dalla distanza va alto sopra la traversa. Stefani salva la sua porta da un tiro di Melchiorri prima che l’arbitro Piscopo mandi tutti negli spogliatoi sull’1-1.

Al rientro in campo, Diego Lopez inserisce Giannetti al posto di Joao Pedro e cambia la disposizione dei suoi uomini verso il 3-4-3. Inizio ancora blando tra le due formazioni, con l’unico sussulto dato da un contatto tra Giannetti e Formiconi che l’arbitro giudica regolare. Crosta in due tempi ferma Magnaghi, Farìas fallisce un bel contropiede aperto da Melchiorri, ancora Crosta spazza un pericolo su un tiro di Misuraca deviato da Capuano: sul seguente calcio d’angolo, Bassoli supera Romagna nello stacco aereo e sigla l’1-2. Entra il primavera Gagliano al posto di Melchiorri, ancora brividi per Crosta su un tiro a fil di palo di Maza. Vista l’insolenza dei propri giocatori, i tifosi prendono a fischiarli sonoramente: Crosta salva ancora la propria porta su un tiro a tu per tu di Misuraca al 72′, Deiola rileva Capuano con Lopez che decide di tornare alla difesa a quattro. Colucci decide di chiudersi proponendo una difesa a cinque uomini nella strenua speranza di poter passare il turno col vantaggio a favore. Al 78′ i rossobù pareggiano con una rovesciata di Deiola ma l’assistente Imperiale annulla per fuorigioco giusto, Perilli para facile il destro di Farìas, Burrai spara fuori dai venticinque metri. Colpo di testa fiacco di Giannetti, il Cagliari prosegue nell’assalto stanco all’area avversaria, Deiola ci prova col sinistro ma non inquadra la porta. Si chiude sul 2-1 per i friulani tra i fischi dei tifosi cagliaritani.

TABELLINO.

Cagliari: Crosta (5.5); Romagna (5), Pisacane (5), Capuano (4) (al 73′ Deiola 5.5); Van der Wiel (4.5), Dessena (5), Cossu (4.5), Joao Pedro (5) (al 45′ Giannetti 4.5), Miangue (5); Farias (5), Melchiorri (4.5) (al 64′ Gagliano 5). All. Lopez (5)

Pordenone: Perilli; Formiconi, Stefani, Lulli (al 88′ Danza); Burrai, Berrettoni (al 80′ Ciurria), Sainz Maza (al 74′ De Agostini), Misuraca, Nunzella, Bassoli; Magnaghi. All. Colucci

Arbitro: Fabio Piscopo di Imperia. Assistenti: Gianluca Sechi e Davide Imperiale.

Gol: Maza (7′), Dessena (18′), Bassoli (60′)

Ammoniti: Maza (51′), Dessena (67′)

Note: recupero 0′ e 3′.

Meraviglie di Sardegna: Nostra Signora di Tergu, una delle chiese più belle e particolari della nostra regione.

Nella parte nord-occidentale della Sardegna, nell’Anglona, si cela una delle massime espressioni dell’architettura romanica dell’isola. Un luogo dove l’arte e la storia si fondono, offrendo un’esperienza di rara bellezza.

La basilica di Nostra Signora di Tergu, una gemma architettonica che si staglia contro il vasto altopiano, domina il paesaggio con la sua imponenza monumentale.

Nostra Signora di Tergu

La chiesa, costruita probabilmente tra il 1065 e il 1082, si ritiene sia stata voluta dal giudice di Torres Mariano I, lo stesso che commissionò la basilica della Santissima Trinità di Saccargia, con la quale condivide evidenti analogie stilistiche. La sua architettura romanico-pisana, rivisitata in forme gotiche e barocche, è resa unica dalla policromia data dall’alternanza di cantoni di pietra trachitica rosso-violacea e decorazioni in pietra calcarea bianca. Ampliata nel secolo successivo, la chiesa divenne un’abbazia benedettina e, insieme ai ruderi dell’adiacente monastero, la sede di un priorato cassinese. Ancora oggi, è il punto di arrivo di una lunga e suggestiva processione del Lunissanti, che parte all’alba da Castelsardo e vi fa ritorno di notte, illuminata dalla luce delle fiaccole, aprendo l’appassionata Settimana Santa castellanese.

Nostra Signora di Tergu, la facciata

La basilica affascina per il contrasto cromatico della facciata, che mette in risalto le membrature in pietra chiara e il paramento in vulcanite rossastra. Il prospetto rettangolare si articola su due livelli, il primo basato su uno zoccolo e impostato, come in Saccargia, su tre grandi arcate cieche. Il portale, con il suo arco rialzato a fasce bicrome, è incorniciato da colonne con eleganti capitelli corinzi. Nel secondo ordine ritornano le false arcate, che inquadrano nove formelle intarsiate con motivi geometrici. A spiccare è anche il rosone centrale, riccamente ornato e incorniciato da quattro colonne. Sul lato sinistro della facciata, un massiccio campanile a canna quadrata si eleva, conferendo slancio alla struttura. L’impianto originario a navata unica è stato trasformato in una croce latina a T con l’inserto di un transetto. L’abside quadrangolare e la volta a botte, oggi sostituita da una copertura lignea, risalgono alla seconda metà del XVII secolo.