Non toccate la Torre dell’Elefante. L’opinione: dubbi, impressioni e proposte sul nuovo caso relativo al monumento simbolo di Cagliari
Non toccate la Torre dell’Elefante. Vado subito al sodo: non conosco granché di urbanistica, architettura e ponteggi ma soffro nel vedere uno dei monumenti simbolo della città bucato per fissare dei tasselli necessari per un ponteggio. Non metto in dubbio
Non toccate la Torre dell’Elefante. Vado subito al sodo: non conosco granché di urbanistica, architettura e ponteggi ma soffro nel vedere uno dei monumenti simbolo della città bucato per fissare dei tasselli necessari per un ponteggio. Non metto in dubbio la sicurezza di chi lavora pur di difendere un muro antico, non critico a prescindere le scelte di chi ha optato per una soluzione del genere. Nonostante tutto mi dà fastidio vedere un monumento rovinato (mentre dovrebbe essere preservato e restaurato, è successo per il Bastione, è accaduto, per altri motivi per l’Anfiteatro). Ricapitoliamo: la pietra cantone della Torre, magnifica struttura di difesa medievale costruita e terminata nel 1307 grazie ai disegni dell’architetto cagliaritano Giovanni Capula, è stata perforata per garantire un ponteggio allestito per restaurare i ballatoi di legno della torre, tarlati.
Istintivamente mi sono chiesto: chi se ne frega di ballatoi lignei recenti (preciso, non sono antichi). Dobbiamo per forza bucare la pietra antica per restaurarli?
Poi mi sono documentato: ho chiesto a un amico architetto molto bravo e lui stesso mi ha detto: «È una questione di soldi. Sì, perché esistono sistemi, magari più dispendiosi, che ti permettono di fissare un ponteggio in sicurezza senza bucare il monumento per i tasselli».
Per dirne una, da profano che ha letto qualcosa, il cosiddetto ancoraggio “a cravatta” dovrebbe non essere così invasivo.
Poi vai a guardare il Bastione, lo stato delle sedute (ormai sono più quelle rotte di quelle integre), i danni fatti in passato all’Anfiteatro e qualche dubbio sull’abilità, nonché sensibilità, di molti politici cagliaritani ti viene.
Senza contare che la Soprintendenza e il Comune non sembrerebbero d’accordo riguardo i lavori sulla Torre. E allora i dubbi ritornano, più forti che mai.
Quindi osservi la Torre (con la T maiuscola), meravigliosa, unica nel suo genere e pari solo alla gemella di San Pancrazio, pensi al fatto che abbia resistito a secoli di incursioni e bombardamenti e la ritrovi così, bucata, incorniciata con orrende (ma apparentemente urgenti) impalcature e ti chiedi: “Quanto tempo ci vorrà per terminare i lavori e rimuovere i ponteggi? E soprattutto non poteva esser fatto qualcosa di meno impattante?”. Io credo di sì. E voi?
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