La Sardegna con i suoi paesaggi mozzafiato è spesso utilizzata come set per girare film o per scatti da copertina, ma non solo. Molti cantanti infatti la scelgono come location per i loro videoclip. Ecco cinque videomusicali italiani e stranieri girati nell’Isola.

TORNO SUBITO di Max Pezzali.
Il singolo e il video musicale sono usciti nel 2007. Il video, diretto da Cosimo Alemá, vede protagonisti Max Pezzali e l’attore Marco Giallini che intepretano la parte di due soldati in una isola deserta.
Le scene sono state girate nella spiaggia di Cala Domestica a Bugerru (CI) e in alcune cave mineriare abbandonate della zona.

SOTTO LE STELLE di Clementino.
Il rapper avellinese ha scelto l’ogliastra per girare il videoclip del suo singolo uscito nell’estate del 2015 e diretto da Mauro Russo.
L’altopiano del Golgo e la Chiesa di San Pietro a Baunei, Rocce Rosse ad Arbatax e la costa di Lotzorai fanno bella mostra di sé. Nel video compare anche la modella ogliastrina Vanessa Barrui.

UN COLPO ALL’ ANIMA di Luciano Ligabue.
Anche il rocker romagnolo ha scelto la Sardegna per girare il video del suo singolo “un colpo all’anima” uscito nell’aprile del 2010. L’ambientazione è l’incantevole area archeologica di Nora, la spiaggia di Chia e il faro Capo Spartivento.

JESUS SON’S dei Placebo.
La band brittanica dei Placebo capitanata da Brian Molko nel 2016 incide il singolo JESUS SON’S.
Le suggestive cornici scelte per girare il video dalla popolare band sono la spiaggia di Scivu ad Arbus e la frazione San Salvatore di Sinis del comune di Cabras.
Fanno la loro comparsa anche i Boes e Merdules di Ottana che riescono a rendere ancora più magica l’atmosfera e grazie a questo video far conoscere anche l’antica cultura dell’Isola nel mondo.

PACHIDERMI E PAPPAGALLI di Francesco Gabbani.
Il 15 settembre scorso è uscito il singolo del vincitore dell’ultima edizione del festival di Sanremo. Tratto dall’ album Magellano il singolo “pachidermi e pappagalli” è stato accompagnato dal video musicale diretto da Andrea Folino. Le riprese sono state fatte su un veliero tra Olbia e Golfo Aranci.
Alla fine c’è un cammeo del rapper olbiese Salmo.

A Cagliari, nel quartiere Villanova, sorge la Basilica di San Saturnino.

È la chiesa più antica di tutta la Sardegna, dedicata appunto a San Saturnino, giovane martire e patrono della città, la cui leggenda aleggia ancora tra le sue mura di pietra chiara.

Sotto il suo pavimento e tutt’intorno si estende una necropoli paleocristiana, un mosaico di sepolture e memorie che arriva fino alla chiesa di San Lucifero, raccontando secoli di devozione e di vita silenziosa sotto terra.

Le sue origini affondano nel VI secolo, quando il diacono Ferrando la descrisse come un santuario “fuori città”, circondato dal silenzio e dal vento del colle. La tradizione vuole che sia sorta sul sepolcro di Saturnino, ucciso nel 304 d.C. durante le persecuzioni di Diocleziano. Molti secoli dopo, nel 1089, la chiesa passò ai monaci benedettini di San Vittore di Marsiglia, che le diedero il volto romanico che oggi possiamo ancora intuire: archi sobri, linee provenzali e una solennità senza ornamenti.

La storia, però, non è stata gentile con lei. Subì danni durante l’assedio aragonese del 1324, e molti dei suoi elementi architettonici vennero smontati e riutilizzati altrove, come reliquie di pietra. Poi, dopo i bombardamenti del 1943, la basilica trovò nuova vita grazie ai restauri del dopoguerra e ai lavori condotti tra 1978 e 1996, che misero in luce il suo cuore più antico: il vano cupolato, dove la luce filtra come un soffio divino.

Riaperta al culto nel 2004, oggi la basilica accoglie visitatori e studiosi con la sua pianta a croce greca, la cupola centrale e l’abside semicircolare. Tutto intorno, l’area recintata della necropoli continua a rivelare segreti sepolti, pezzi di storia che lentamente riaffiorano.

Chiesa di San Saturnino, Cagliari PH Vistanet

.