Corsi formativi gratuiti per i proprietari di cani adottati al canile comunale di Cagliari: ecco come partecipare
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Il Canile comunale, con il supporto operativo e professionale della Cooperativa Killia, organizza dei percorsi formativi gratuiti per i proprietari di cani, denominati Patentino, che comprendano 3 lezioni pratiche di supporto educativo e riabilitativo sulla relazione famiglia-cane. Ai corsi
Il Canile comunale, con il supporto operativo e professionale della Cooperativa Killia, organizza dei percorsi formativi gratuiti per i proprietari di cani, denominati Patentino, che comprendano 3 lezioni pratiche di supporto educativo e riabilitativo sulla relazione famiglia-cane.
Ai corsi potranno accedere i cittadini che hanno adottato il proprio cane presso il Canile Comunale di Cagliari in via Po 57. L’obiettivo è quello di supportare le adozioni nei canili, ma soprattutto di prevenire eventuali problematiche di relazione e convivenza tra la famiglia ed il proprio animale, in modo da favorire una vita equilibrata e stabile in casa ma anche in ambito cittadino. Il percorso formativo è in linea con il decreto del 26 Novembre 2009 e l’ordinanza Ministeriale del 6 Agosto 2013 e sue modifiche, riguardante la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani.
Le lezioni saranno tenute dall’educatrice cinofila Simona Cao. Gli incontri teorici, senza la presenza del cane, si svolgeranno presso Canile Comunale di Cagliari, il 23, 28 e 30 novembre, il 5 e 7 dicembre dalle 15 alle 17. Gli incontri pratici con il proprio cane, 3 incontri di gruppo da un’ora ciascuno, il 12, 14, 19 dicembre (orario pomeridiano da definirsi in base alla suddivisione dei gruppi). I partecipanti saranno da un minimo di 10 iscritti ad massimo 20. L’iscrizione obbligatoria e da effettuarsi entro il 22 novembre presso gli uffici del Canile Comunale in via Po 57.
Programma:
Lezione 1: Approccio cognitivo relazionale, prassi comunicazione del cane intra ed interspecifica, l’interazione tra cane e persone famigliari ed estranei. Aspetti relazionali con il proprio cane.
Lezione 2: Il gruppo sociale, l’importanza della base sicura e dello stato di calma nella vita del cane.
Lezione 3: L’apprendimento e il piano prossimale di esperienza: gioco, ambienti, sensazioni.
Lezione 4: Legislazione, primo soccorso
Lezione 5: La vita in casa ed in esterno per un cane: regole di buona convivenza. Socializzazione primaria e relazione quotidiana intraspecifica.
Lezione 6 (pratica): le prime basi per una buona convivenza in ambito cittadino.
Lezione 7 (pratica): creare un buon rapporto sociale famigliare
Lezione 8 (pratica): soddisfare i bisogni del proprio cane in città
Valutazioni ed attestati: tutti i partecipanti dovranno svolgere per ogni incontro un questionario di valutazione teorico, e delle prove pratiche durante gli ultimi incontri. Ogni partecipante riceverà l’attestato di partecipazione denominato Patentino, e dei consigli generali sulla relazione con il proprio cane.
Per ulteriori informazioni tel. 070. 6778110 e 070.6778115.
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In uno dei paesi più piccoli della Sardegna, c’è un museo dedicato alle streghe
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Volete visitare un posto particolare in occasione delle feste dei Santi e dei Morti? Volete capire come e quanto incidessero la stregoneria, la magia bianca o i malefici nelle zone interne dell'Isola? Vi piacerebbe passare il giorno di Halloween conoscendo le storie legate alle streghe della Sardegna? Bidonì è il luogo che fa per voi.
Lo sapevate? A Bidonì, uno dei paesi più piccoli della Sardegna, c’è un museo dedicato alle streghe.
Volete visitare un posto particolare in occasione delle feste dei Santi e dei Morti? Volete capire come e quanto incidessero la stregoneria, la magia bianca o i malefici nelle zone interne dell’Isola? Vi piacerebbe passare il giorno di Halloween conoscendo le storie legate alle streghe della Sardegna? Bidonì è il luogo che fa per voi.
Appena 140 anime e una tradizione particolare, Bidonì, minuscolo comune del Barigadu (uno dei più piccoli della Sardegna per numero di abitanti e superficie), nell’alto Oristanese può vantare un’esposizione del tutto originale, almeno per quanto riguarda la nostra Isola.
Si tratta infatti di una ricca e variegata mostra museale permanente, dedicata alla stregoneria, alle streghe e a tutto quanto possano far riferimento la magia e gli incantesimi.
Piccolo ma ameno, Bidonì si affaccia sulle sponde del lago Omodeo, lungo i monti del Marghine, e vanta un paesaggio ideale per le escursioni, le gite in canoa, e gli amanti del bird watching.
I primi documenti che attestano l’esistenza del villaggio da cui è sorto l’attuale borgo risalgono al 1157. Qui il tempo sembra essersi fermato: strade acciottolate, monumenti medioevali e antiche case in trachite rossa.
Tra questi edifici ce n’è uno del tutto particolare: sa ‘Omo ‘e sa majarza (la casa della strega), un piccolo museo che racconta ed espone oggetti e manufatti legati al mondo della stregoneria e dell’Inquisizione in Sardegna. Oggi il paese, di tradizione agropastorale, fa parte dei borghi autentici d’Italia e della comunità ospitale Domos Rujas.
Il Museo S’Omo ‘e sa Majarza, nella sede del vecchio Municipio ristrutturato, è dedicato alla stregoneria, al diavolo e agli esseri fantastici delle leggende della Sardegna.
Si tratta di un percorso che porta alla luce la figura della strega e della magia in Sardegna, attraversando la medicina magica popolare, gli amuleti e le creature fantastiche e leggendarie della tradizione.
Una piccola esposizione su due piani ma molto ben articolata, fondamentale per capire un aspetto essenziale del popolo sardo.
Un tema affascinante, trattato con rigore scientifico e accuratezza, niente a che vedere con il fantasy e la morbosità 3.0; un’approfondita ricerca storica infatti ha consentito di incentrare la scelta grafica su xilografie di streghe e diavoli, datate tra XIV e XVI secolo, che coinvolgono emotivamente il visitatore e lo introducono nel mondo delle credenze popolari e delle più terribili maledizioni.
Il percorso museale, unico nel suo genere in Sardegna e uno dei pochi in Italia, parte dalle divinità dei morti dei Romani, spazia nei secoli per poi arrivare all’Inquisizione, durante la dominazione spagnola nell’Isola (che qui fece molte vittime) e al “Malleus Maleficarum”, il libro pubblicato nel 1486 che diventerà la guida in tutti gli interrogatori per stregoneria.
Il “Malleus” fornì le basi teologiche per le torture più crudeli che portarono alla morte di migliaia di innocenti, soprattutto donne, accusate di stregoneria e di malefici.
All’interno del museo il visitatore ha la possibilità di compiere una sorta di viaggio spazio-temporale che lo porterà a conoscere antiche storie di esoterismo, racconti di janas e cogas (esseri mitici della tradizione sarda), folletti, diavoli e streghe, presenze notturne che tanto facevano spaventare i bambini (e non solo) tra magia, suggestione, fascino e mistero.
Il museo conserva amuleti e portafortuna contro il malocchio, pozioni e sortilegi contro varie malattie e malefici come “sa mixina de s’ogu” e “sos fattuggios”: su koru, su kokku, ispuligadentes, occhi di Santa Lucia, e la cyprea.
In un angolo si scopre, poi, l’inquietante figura de “sa Filonzana”, una donna vestita di nero che tiene tra le mani un fuso e che simboleggia il sottile filo della vita che può spezzarsi in qualsiasi momento.
Interessante la ricostruzione dell’antro di una strega sarda del Cinquecento, tale Julia Carta di Siligo, tenuta prigioniera tra il 1596 e il 1606 e sottoposta a torture nelle carceri dell’Inquisizione di Sassari. È custodito anche “su carru de sos mortos” che, nelle antiche credenze popolari, avanzava, cigolando, per trasportare le anime dei defunti.
Poiché il carro poteva esser visto solo da chi doveva morire entro l’anno, incuteva terrore anche soltanto pronunciarne il nome.
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