Provate a chiedere a un ragazzino di 16 anni che cosa sia un “cascione” o un “arrembrono“. Quasi sicuramente non vi sapranno rispondere e forse non sapranno neanche che state parlando di biliardino. Parla un po’ di questo il libro di Nino Nonnis “A biliardino non gioca più nessuno”, che è stato presentato sabato 11 novembre alle al Teatro Sant’Eulalia. Un libro cult, autoprodotto dallo scrittore e pubblicato in circa 2000 copie vent’anni fa, e oggi ristampato con orgoglio da Palabanda Edizioni, in forma del tutto rinnovata sia editorialmente sia nella stesura.

Nino Nonnis
«Ho voluto scrivere un omaggio affettuoso a Cagliari, alla mia Cagliari – spiega Nino Nonnis -. È come se lo dedicassi a mio figlio di 26 anni. Per intenderci, quando passiamo in piazza San Benedetto, lui vede un ristorante di sushi appena aperto, io continuo a vedere il bar Marabotto. Ci sono un sacco di cose di questa città che sono scomparse o che stanno scomparendo e io le ho volute raccontare, Un omaggio alla mia nostalgia, una nostalgia che però non è nostalgica e che non pretende che le cose ritornino, anche se è pur vero che se il mondo cambia non significa sempre progresso».

La Locandina di “A Biliardino non gioca più nessuno”
Ecco un passo del libro:
«Giocavo preferibilmente in porta, buon piazzamento e discreto “cascione”, il tiro col terzino, un’arma pericolosa, perché ti espone “all’arrembrono” dell’attaccante, il colpo di rimando, e uno ci rimane sempre male quando le velleità si traducono in smacco. Cioè quando si viene “fotografati”. Ho conosciuto uno che arrembronava anche con la mediana, era mancino, e con lui era pericoloso farsi la “commissione”. La commissione era il lancio iniziale della pallina al centro, fatto però in maniera tale che, dandogli un piccolo effetto o un po’ di angolazione, cercando di non farla troppo sporca, la facevi venire verso la tua mediana. Ciò era fonte di discussioni interminabili, recriminazioni, e spesso si arrivava a considerarla un lancio del tutto normale, tanto a metà partita c’era il cambio campo».
Il biliardino è un paradigma, una metafora. La vita di un adolescente maschio, nella Cagliari degli anni ’60, si svolgeva proprio intorno a quel rettangolo di legno, ottone e ferro, in sale dove ognuno aveva un ruolo e un soprannome. C’era quindi “Biliardin man”, un ragazzo il cui unico talento era quello di essere imbattibile a biliardino, o i gestori, ai quali, oltre all’appellativo generico di “biscazziere”, venivano affibiati simpatici epiteti quali Giovanni “Palle sgonfie” o il “Maresciallo”, a seconda del tipo di gestione del locale o del loro carattere.

Il biliardino come si giocava una volta (Foto di repertorio)
«Non è vero che i personaggi non esistono più – racconta Nonnis -. I personaggi c’erano perché venivano resi tali. Le sale biliardi, i bar, la strada erano luoghi dove la semplice frequentazione implicava la loro nascita, creazione e mitizzazione. È una questione di atmosfere che non ci sono più e del fatto che questi luoghi erano veri e propri laboratori gergali».
Nino Nonnis ha un cruccio. Cagliari non ha mai elaborato una sua letteratura dal basso, capace di raccontare ciò che nella vita quotidiana dei suoi abitanti ne costituisce i caratteri più genuini ed essenziali. «Non ci sono molti libri ‘di situazioni’ su Cagliari come ce ne possono essere su Napoli – spiega lo scrittore -. Questo tipo di libri raccontano quello che è stata una città, non fanno un elenco di personaggi e luoghi. Con “A biliardino non gioca più nessuno” ho provato un po’ a fare questo».
Il libro è stato presentato al pubblico, sabato 11 novembre al Teatro Sant’Eulalia in Vicolo Collegio 2. Per l’occasione Nino Nonnis, insieme a Maurizio Medda e Maria Pina Doi, hanno organizzato uno sketch teatrale a sorpresa per raccontare il libro. E allora Nino ha fatto quello che faceva nelle sale biliardi. Qualcuno gli diceva «Nino racconta quella storia…», lui rispondeva «Ma come io? Neanche c’ero» e allora tutti in coro gli rinnovavano l’invito dicendogli «Ma tu la racconti meglio».
L’autore. Nino Nonnis è nato a Sindia (NU), ed è insegnante e giornalista pubblicista. Come autore teatrale ha scritto una ventina di testi, rappresentati anche in importanti festival regionali e nazionali. Come attore e autore ha interpretato molti monologhi umoristici. Ha scritto“Grazia a Maria”, “Le puoi leggere anche in tram”, “Racconti non di solo sesso”, “Una donna tutta d’un pezzo”, “Hanno ucciso il bar Ragno”, “Bridgida”, “Nai No”, “La piccola Parigi”, “Lizzeri”. Suoi racconti sono presenti in “NeroCagliari” e “Cartas De Logu”.
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