A Quartu Sant’Elena arriva il disability manager, una nuova figura che interpreta e risolve i problemi legati alla disabilità, un passo in avanti importante per l’intera comunità quartese. Tramite decreto il Sindaco ha nominato l’ing. Fernando Mura, scelto tra il personale già in organico e quindi a costo zero.

Il Comune di Quartu ha istituito, scegliendolo all’interno del personale già nell’organico del Comune, il disability manager. Si tratta della nuova figura in grado di mettere in rete le varie professionalità necessarie per capire, interpretare e risolvere i problemi legati alla disabilità. Il Sindaco tramite decreto ha infatti deciso di nominare con decorrenza immediata l’ingegner Fernando Mura, Dirigente in servizio nell’Ente, di cui è anche Datore di Lavoro.

Il disability manager è la nuova figura in grado di dare piena e puntuale applicazione alla L. 4/2004. Con essa infatti si facilita l’integrazione del cittadino diversamente abile, garantendogli quindi parità di trattamento e di inclusione sociale e abbattendo ogni forma di barriera, sia architettonica che culturale. Il lavoro del disability è teso a creare un favorevole contesto ambientale. Sono pertanto necessarie competenze di carattere urbanistico, architettonico, di mobilità urbana e anche dei sistemi informatici. È infatti suo compito delineare linee guida di intervento negli ambiti citati, nel rispetto dell’accessibilità, della salute, della sicurezza, più in generale garantendo insomma la fruibilità dei luoghi.

È inoltre obiettivo di tale figura la realizzazione di una segnaletica adeguata per l’ingresso alle varie strutture comunali in cui vengono erogati servizi al cittadino, così come l’accesso alle attività e agli spazi per il tempo libero. Ma anche la fruibilità dei mezzi per la mobilità che operano sul territorio, anche con l’ausilio di sistemi audio, nonché l’adeguamento e possibilmente l’incremento dei servizi a sostegno della domiciliarità e delle famiglie.

Dopo attenta analisi delle competenze necessarie, anche in virtù delle esperienze accumulate in questi anni all’interno dello stesso Comune, l’Amministrazione Delunas, tra le risorse umane già in organico, ha individuato nell’ingegner Fernando Mura la figura più consona a ricoprire l’incarico, forte della sua approfondita conoscenza del settore Urbanistica dell’Ente, così come dell’edilizia quartese, senza dimenticare che lo stesso dirigente è anche responsabile del Servizio informatico comunale ed è Datore di lavoro, quindi pienamente a conoscenza della normativa in materia di sicurezza.

«Si tratta di un grande passo in avanti per Quartu, un atto che punta a dare concretezza alla solidarietà verso le persone diversamente abili, ma anche un momento di crescita per l’intera comunità – spiega il Sindaco Stefano Delunas -. Ritengo che Fernando Mura identifichi in pieno la figura professionale del disability manager, per le competenze acquisite durante la sua carriera e per la sensibilità dimostrata in questi anni in cui si è lavorato insieme per la città. Diamo così seguito al volere del Consiglio Comunale, e lo facciamo anche a costo zero: Mura è infatti già dipendente dell’Ente e non percepirà ulteriori compensi per l’incarico ora affidatogli».

Sara Montalbano, nata a Cagliari nel 1993, è una fotografa che ha saputo trasformare il ritratto in una forma di narrazione emotiva, capace di raccontare l’interiorità delle persone oltre l’apparenza. La sua carriera inizia nella ritrattistica e nella fotografia di moda: nel 2012 trascorre un anno a Oxford in uno studio fotografico, prima di partire per Jakarta, in Indonesia, dove lavora per due mesi con una casa di moda che collabora con le principali riviste del gruppo Femina e partecipa alla settimana della moda di Jakarta come fotografa ufficiale.

«Definirei il mio stile autentico, senza tempo e profondamente nostalgico», racconta Sara. «È una fotografia che nasce dal desiderio di andare oltre la superficie, di cercare la poesia nascosta in uno sguardo, in una postura, in un silenzio». Con il tempo, la fotografa si è resa conto che ogni immagine rappresenta una mappa visiva personale del paesaggio dell’anima umana, un viaggio che va oltre la mera estetica.

Sara Montalbano

Nel 2018 si trasferisce a Londra, dove sviluppa il proprio linguaggio fotografico ascoltando la creatività e le emozioni. L’esperienza più intensa arriva nel 2019, quando trascorre sei mesi a Londra dedicandosi al ritratto emotivo: fotografava quindici persone a settimana, con uno sfondo nero, uno sgabello e un flash. Questo periodo le insegna che la fotografia più potente nasce dalla semplicità e dalla capacità di accogliere l’emozione senza costruirla. Nello stesso anno, vive tre mesi in Asia (India, Vietnam, Thailandia e Birmania) per progetti personali di ritrattistica e fotografia di viaggio, consolidando la sua capacità di osservare le persone e i luoghi con profondità emotiva.

Il suo lavoro si concentra su storie intime e reali: ogni ritratto diventa un esperimento emotivo, un’occasione per far emergere la personalità e la bellezza autentica del soggetto. Le sue ispirazioni arrivano da epoche lontane: fotografia di moda degli anni ’30, musica parigina, jazz e musica brasiliana, mondi che portano con sé eleganza malinconica e lentezza, oggi quasi perdute.

Sara cerca una realtà emotiva, non oggettiva. «Non mi interessa documentare ciò che è visibile a tutti, ma ciò che emerge solo se ci si prende il tempo di ascoltare. Ogni fotografia è filtrata dal mio sguardo, dalla mia storia e dalla relazione che si crea con la persona davanti all’obiettivo». La connessione con i soggetti nasce prima dello scatto: parlano, condividono silenzi e, quando la persona smette di preoccuparsi di come appare, il ritratto prende vita. Da questa esperienza nasce The Portrait Session, il suo servizio di punta, raccontato anche su Instagram con @theportraitsession, dedicato a chi desidera ritratti autentici e personali.

La firma visiva di Sara si manifesta in luce diretta ma morbida, ombre profonde, fondali scuri e colori contenuti, spesso attraversati da una malinconia silenziosa che diventa segno di verità emotiva. «La tecnica è uno strumento», spiega. «Le mie immagini sono il risultato di tutto ciò che ho vissuto: cambiamenti, distanza, incontri e memoria familiare».

Oggi Sara è tornata a Cagliari, pronta a mettere la propria esperienza al servizio delle piccole e medie imprese, aiutandole a espandersi online anche a livello internazionale attraverso la fotografia. Per lei, la fotografia rimane memoria e immaginazione, un incontro umano prima ancora che un’immagine. «Voglio lasciare che siano le persone che fotografo a guidarmi, aprendo uno spazio in cui possano emergere i loro lati più intimi», conclude.

Xiaoni @titaniummanagement

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