È stata ancora una volta un grande successo la manifestazione folkloristica ed enogastronomica “Invitas” che si è tenuta al porto di Cagliari dal 28 ottobre al 1 novembre. Ieri bagno di folla per la giornata conclusiva della manifestazione.

In tutto sono state decine di migliaia le persone che hanno visitato i 150 stand allestiti, mangiato nelle 8 postazioni realizzate per il cibo gustando le birre artigianali di 6 birrifici e il mirto Zedda Piras, sponsor della manifestazione. 

Maialetto, Trattalia, asado argentino, pilau calasettano, fritto misto e culurgiones, queste alcune delle pietanze preparate e gustate dai tanti cagliaritani e turisti accorsi al porto per Invitas. Tra un boccone e l’altro tanti balli, esibizioni di poeti e cantanti, sbandieratori, tutti organizzati con l’obiettivo di mettere in mostra le tradizioni della Sardegna dal Medioevo fino a oggi.

[FOTO DI FABIO LAPENNA]

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.