A dodici mesi da un femminicidio che ha scosso l’intera comunità, San Sperate e la Sardegna si sono fermate per ricordare Francesca Deidda. Nel suo paese, un mazzo di fiori è stato deposto sotto l’albero che porta il suo nome, segno silenzioso ma potente di un dolore che ancora brucia. A compiere il gesto è stato il sindaco Fabrizio Madeddu, in rappresentanza di un paese che non dimentica. «Un gesto semplice, ma colmo di affetto e di profondo rammarico per non aver saputo proteggerla da chi avrebbe dovuto amarla», ha dichiarato il primo cittadino, davanti a quel luogo ormai simbolico.

Il sindaco di San Sperate
Francesca, 42 anni, è stata uccisa nel maggio dello scorso anno nella sua casa, vittima della violenza cieca del marito Igor Sollai. Un crimine che, fin dal primo momento, ha lasciato sgomenta l’opinione pubblica e ha dato inizio a un percorso giudiziario complesso e doloroso.
Nelle ultime ore, si è aperta davanti alla Corte d’Assise di Cagliari la fase conclusiva del processo a carico di Sollai, accusato di omicidio aggravato. Il pubblico ministero Marco Cocco ha chiesto la pena dell’ergastolo con un anno di isolamento diurno, definendo l’imputato «privo di ogni senso di colpa» e accusandolo di aver orchestrato un piano lucido e premeditato per togliere la vita alla moglie. «Ha mentito in ogni fase, persino nella confessione», ha sottolineato il magistrato.
La requisitoria, durata diverse ore, ha ripercorso nei dettagli la vicenda umana di Francesca e l’indagine che ha condotto all’arresto del marito. Secondo l’accusa, i depistaggi messi in atto da Sollai sono stati numerosi e intenzionali, volti a ostacolare la verità fin dal primo momento. Il prossimo 28 maggio toccherà alle parti civili e alla difesa esporre le proprie argomentazioni. In quella data è attesa anche la sentenza, che porrà un primo punto fermo in una vicenda che ha segnato indelebilmente non solo una famiglia, ma un’intera comunità.
Nel mentre San Sperate continua a ricordare Francesca. E nell’albero che porta il suo nome, nel gesto del sindaco, nei fiori deposti con rispetto e dolore, vive la speranza che la sua storia non venga dimenticata, affinché tragedie simili non debbano più ripetersi.
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