Quattro roghi in tre settimane per un totale di ben otto macchine coinvolte: sono questi i numeri di quello che, a Pirri, da molti comincia ad essere definito un caso, il caso delle auto bruciate. Gli ultimi incendi della serie sono andati in scena ieri notte, quando a venire avvolti dalle fiamme sono stati due veicoli parcheggiati nelle vie Toti e Silvani. Precedentemente, il 27 giugno, in via dei Tralci, in un rogo di chiara origine dolosa erano bruciate tre macchine. Per quel raid nessuno ancora ha pagato e, intanto, tra i pirresi c’è chi continua ad avere paura.
«Non ne possiamo più di questi atti di inciviltà – commenta amaramente il signor Luigi Camboni – ogni notte vado a dormire con l’angoscia che la mia macchina possa venire bruciata».
«Una situazione davvero insostenibile», gli fa eco Tore Carta, «la cosa peggiore – aggiunge – è che sembra praticamente impossibile riuscire a incastrare e a scoraggiare i vandali».
Una soluzione comunque per Tonio Vincis ci sarebbe: «Una maggiore presenza di telecamere nelle vie della città sarebbe molto importante: funzionerebbe sicuramente da deterrente».
«Purtroppo, però, non è possibile videosorvegliare tutto il paese», gli risponde idealmente Salvatore Cuboni, che, poi, conclude: «sarebbe auspicabile una più efficace attività di controllo da parte delle forze dell’ordine».
Sulle eventuali soluzioni di contrasto al problema, c’è da registrare anche il parere autorevole del Tenente Colonnello Ivan Giorno, comandante del reparto operativo del Comando provinciale di Cagliari dei Carabinieri, che indagano sui roghi. «La videosorveglianza, si sa, può essere uno strumento molto utile. Resta da vedere, però, in che modo servirsene: come e dove installare le telecamere, ad esempio? Per quanto riguarda il presidio del territorio, posso affermare che, da parte nostra, è sempre stato esercitato con costanza e attenzione».
Giorno ha poi sottolineato come quello delle auto bruciate non sia da considerarsi un fenomeno esclusivamente pirrese. «Interessa tutta la provincia di Cagliari».
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