Giornata Europea contro la tratta degli esseri umani: anche a Cagliari il lancio di palloncini colorati

In molte città italiane, palloncini colorati (con l’hashtag/slogan #liberailtuosogno associato al nome della città seguito da #notratta) voleranno verso il cielo: iniziative simboliche anche a Cagliari per dire no alla tratta degli esseri umani. Il 18 ottobre si celebrerà la
In molte città italiane, palloncini colorati (con l’hashtag/slogan #liberailtuosogno associato al nome della città seguito da #notratta) voleranno verso il cielo: iniziative simboliche anche a Cagliari per dire no alla tratta degli esseri umani.
Il 18 ottobre si celebrerà la Giornata Europea contro la Tratta di Esseri Umani. Il Dipartimento delle Pari Opportunità e il Numero Verde Nazionale contro la tratta (800 290 290) in collaborazione con la rete dei Progetti italiani antitratta hanno organizzato, per questa giornata, una serie di iniziative simboliche. È possibile vedere, sul sito del Numero Verde Nazionale o sulla pagina Facebook dedicata all’undicesima Giornata Europea contro la Tratta, l’elenco delle città e i luoghi dove avverranno le iniziative.
A Cagliari, la Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli ha stilato un programma: alle 10 in piazza Palazzo ci sarà l’incontro con gli studenti, alle 12 in piazza Costituzione si lanceranno i palloncini con lo slogan #liberailtuosogno.
La Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli – da 15 anni impegnata in questa lotta – è un’equipe multidisciplinare composta da psicologi, educatori, mediatori culturali, operatori di strada, insegnanti. «La nostra Opera, col Progetto Elen Joy, interviene contro il traffico degli esseri umani a scopo di grave sfruttamento e accoglie, presso le proprie strutture protette, le vittime di questa nuova forma di schiavitù», spiegano gli operatori della Congregazione.
I numeri sono spaventosi: si parla di due milioni di persone nel mondo ma le stime non sono tuttavia attendibili poiché alcune forme di schiavitù rimangono sommerse – chiariscono. «Si tratta prevalentemente di persone provenienti da paesi poveri o vessati dalle guerre. Sono persone che proprio per il loro stato di povertà, emarginazione e scarso livello di istruzione, si trovano in una situazione di grande vulnerabilità».
In territorio sardo è molto vivo il fenomeno dello sfruttamento sessuale, giovani donne costrette a prostituirsi. Esiste, oltre a quello sessuale, lo sfruttamento lavorativo, l’accattonaggio, il traffico di organi, la pedo-pornografia, le economie illegali (spaccio e furti). Il fenomeno è cambiato negli ultimi anni, da quando «la tratta di persone in Italia si è incrociata con i flussi di migranti e i numeri sono cresciuti poiché le organizzazioni criminali sfruttano il traffico di migranti per infiltrare nuove vittime, sempre più giovani». Solo a Cagliari (e nell’Hinterland), l’Unità di Strada conta 80 giovani straniere costrette a vendere il proprio corpo per le strade.
L’Opera della Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli si rafforza ogni anno con nuove iniziative e nuovi servizi finanziati dal Dipartimento delle Pari Opportunità. Sono presenti in tutta la Sardegna con unità di strada e con sportelli per il primo contatto con le vittime. Collaborano con le Forze dell’Ordine per l’identificazione e per l’avvio di percorsi di protezione sociale e rilascio dei documenti di soggiorno. Nelle strutture d’accoglienza forniscono ogni tipo di assistenza (educativa, sanitaria, formativa, di orientamento e inserimento al lavoro). Sottrarre la vittima alla schiavitù per accompagnarla verso autonomia e integrazione: ecco il loro compito. Da alcuni mesi svolgono anche un’attività di formazione a favore degli operatori addetti alle attività di primo contatto con le potenziali vittime.
«Sono previsti altri 5 incontri formativi tra Cagliari, Sassari e Nuoro. A dicembre inoltre organizzeremo a Cagliari un importante Convegno sulla tratta e saranno coinvolte tutte le Istituzioni che intervengono sul fenomeno e in questi anni hanno fatto un ottimo lavoro di rete. Siamo presenti inoltre nelle scuole superiori per coinvolgere gli studenti in un’attività educativa e di sensibilizzazione». Sensibilizzare a livello nazionale è fondamentale.
«La schiavitù esiste da centinaia di anni. Cambia forma ma non si arresta. Non possiamo sempre aspettare che siano “gli altri” a fare qualcosa. Vogliamo citare Mahatma Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo!”» concludono.

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