Sclerosi multipla, una patologia tutta isolana. Tavola rotonda a Narbolia

«Nel Centro per la diagnosi e cura della Sclerosi multipla dell’ospedale Binaghi di Cagliari sono in cura 4.300 pazienti, per la maggior parte donne. Ogni 100.000 cittadini sardi ci sono 360 malati. La Sardegna ha una delle più alte frequenze al mondo della
«Nel Centro per la diagnosi e cura della Sclerosi multipla dell’ospedale Binaghi di Cagliari sono in cura 4.300 pazienti, per la maggior parte donne. Ogni 100.000 cittadini sardi ci sono 360 malati. La Sardegna ha una delle più alte frequenze al mondo della malattia». Lo ha ricordato la professoressa Eleonora Cocco, direttore del Centro per la diagnosi e cura della Sclerosi Multipla dell’ospedale Binaghi di Cagliari, ieri mattina, durante la tavola rotonda “Sclerosi Multipla: un lavoro di squadra con il paziente”, che si è svolta nella sala convegni dell’ “Is Arenas Resort” di Narbolia.
Il Centro del Binaghi è uno dei pochi centri in Italia dedicato esclusivamente alla Sclerosi multipla e rappresenta una importante struttura di eccellenza, fino a qualche mese fa coordinata dalla professoressa Maria Giovanna Marrosu ed oggi nelle mani della professoressa Cocco.
Durante l’incontro è stata analizzata in particolare l’importanza della multidisciplinarietà nell’affrontare la patologia, risultando fondamentale il lavoro di una squadra, composta da professionalità altamente specializzate, primo tra tutti il neurologo.
La sclerosi multipla è una malattia dall’alto impatto sociale, che colpisce maggiormente le donne giovani (trai 20 ed i 40 anni). Donne che spesso di fronte al manifestarsi della malattia si pongono alcune domande sul loro futuro e cercano di capire come programmare la propria vita, anche in funzione dell’eventuale pianificazione di una gravidanza. Negli ultimi anni sono stati fatti importanti passi avanti e si può tranquillamente diventare mamme anche in presenza della malattia, grazie anche alla collaborazione tra ginecologo e psicologo nelle fasi pre, durante e post gravidanza.
«Il percorso diagnostico-terapeutico e la pianificazione della maternità devono essere valutati con il proprio neurologo e, qualora il clinico ritenga che la persona con SM possa intraprendere una gravidanza, è importante che gli specialisti, neurologo, ginecologo e ostetrica, si confrontino per seguirla al meglio», ha sottolineato la professoressa Marrosu, neurologa e professore dell’Università di Cagliari.
“Come Teva Italia vogliamo dare risposte concrete alle necessità sia dei medici sia dei pazienti – ha concluso Roberta Bonardi, senior director business unit innovative di Teva Italia – per questo siamo concentrati su un aspetto tanto specifico quanto importante per le persone con SM come il desiderio di diventare genitori. Oggi ci sono terapie che consentono ai pazienti, di concerto con i loro medici, di non sospendere la terapia qualora sia necessario per la loro salute”.
Sono intervenuti anche Paola Manconi dell’Aism Oristano; Liliana Meini, presidente Coordinamento regionale Aism Sardegna; Bruno Palmas, presidente della sezione provinciale Aism di Oristano; Giovanni Antonio Biddau dell’Ordine dei Medici della provincia di Sassari. Moderatrice dell’incontro è stata la conduttrice tv Eva Crosetta.

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