Il Napoli impone un confronto a senso unico al San Paolo vincendo per 3-0 ai danni di un Cagliari inesistente. Gli uomini di Rastelli, sorpresi ad inizio gara dal stupendo gol di Marek Hamsik, sono instantaneamente usciti dalla competizione facendosi sbattere a destra e a sinistra da una squadra fortissima che gioca a memoria. Mancando una opposizione aggressiva, i padroni di casa hanno giganteggiato e bucato la difesa cagliaritana con facilità irrisoria più e più volte. La sosta ora arriva al momento giusto perché permetterà allo staff tecnico di recuperare i giocatori infortunati e di lavorare sulla fiducia dei propri giocatori.

CRONACA.
Rastelli non rinuncia al modulo classico e così si rivede come punta centrale il recuperato Pavoletti, in difesa è Romagna a prendere il posto di Pisacane squalificato. La partenza è dovuta dai piedi dei padroni di casa, la prima azione invita Insigne al colpo di testa ma la mira è completamente errata. Al 3′ il Napoli va in vantaggio: azione magistrale in uno-due tra Hamsik e Mertens, con lo slovacco che trafigge Cragno in uscita. Koulibaly salva in angolo una manovra in velocità del Cagliari, Insigne fallisce un cross importante dopo il recupero a centrocampo di Mertens, Pavoletti non inquadra la porta su un assist di Barella dalla trequarti. I partenopei continuano ad attaccare con dovizia sulle fasce seppur compiacendosi nelle proprie qualità, mancando prima Ghoulam e poi Insigne l’ultimo passaggio. I ragazzi di Rastelli non vedono palla, faticano enormemente ad uscire dalla propria metà campo visto che vengono aggrediti dal pressing asfissiante degli avversari. Altissimo il tiro a giro di Insigne, al 24′ grandissima giocata di Mertens che mette a sedere Andreolli e serve in mezzo all’area per Insigne che di testa manda a lato. Sinistro di gran lunga a lato da parte di Hamsik, Andreolli salva su una incursione di Insigne mentre Cragno para in respinta un sinistro molto forte di Callejon. Un infortunio manda in panchina Sau, al suo posto Dessena – cambio che convince il Cagliari a dotarsi di una disposizione tattica difensiva più compatta. Al 38′ l’arbitro Abisso fischia un calcio di rigore per un errore di Romagna che atterra Mertens in piena area: dal dischetto è il belga a presentarsi e spiazzare Cragno. Il ritmo si abbassa nel finale nonostante il copione non cambi: i padroni di casa proseguono nello spingere sulle fasce e i rossoblù puntano sui lanci lunghi per il sempre più volo Pavoletti. Cragno para basso su Mertens e questa è l’ultima occasione del tempo prima che l’arbitro mandi tutti negli spogliatoi sul 2-0 per il Napoli.

Il Cagliari apre il secondo tempo, ma sono ancora i padroni di casa a passare: al 47′ una punizione dai ventincinque metri di Jorginho coglie Koulibaly in area, il destro del difensore passa sotto le gambe di Cragno e aggiorna il tabellino sul 3-0. Insiste il Napoli, Callejon e Insigne danno spettacolo puntando facilmente i terzini, devono affannarsi i cagliaritani per evitare il quarto gol. Lo evita sicuramente Cragno con una parata d’istinto su Callejon al 54′, Deiola fa il suo esordio in stagione rilevando Cigarini. Palla di poco a lato dal destro di Hamsik, Romagna salva su un Mertens indiavolato e successivamente su una incursione di Allan. Blocca facile Cragno su Insigne, Rastelli inserisce Farìas per Pavoletti e conclude così le sue sostituzioni. I partenopei continuano a pressare al limite dell’area, Mertens e Hamsik in particolare si specchiano nel loro talento; il colpo di testa di Albiol va alto sopra la traversa. Insigne ci prova con l’esterno destro ma la palla scivola fuori, Reina accoglie lentamente il tiro fiacco di Deiola, Ghoulam spara forte col suo sinistro ma calcia fuori. A lato anche il tiro di Ounas, gli ultimi minuti sono pura accademia in attesa che termini il tempo: l’arbitro Abisso non concede neanche un minuto di recupero e chiude il risultato sul 3-0.

TABELLINO.
NAPOLI: Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam (al 86′ Rui); Allan (al 78′ Ounas), Jorginho, Hamsik; Callejon (al 71′ Rog), Mertens, Insigne. All.: Sarri.

CAGLIARI: Cragno (5); Padoin (4), Romagna (4), Andreolli (4), Capuano (4); Ionita (5), Cigarini (4.5) (al 55′ Deiola), Barella (5); Joao Pedro (4); Sau (5) (al 34′ Dessena 5), Pavoletti (4.5) (al 67′ Farìas 5). All.: Rastelli (4.5)

Arbitro: Rosario Abisso di Palermo. Assistenti: Salvatore Longo e Stefano Del Giovane

Gol: Hamsik (3′), Mertens (40′ rig.), Koulibaly (47′)

Note: recupero 2′ e 0′

In Sardegna l’acqua dolce è una rarità preziosa. La maggior parte dei laghi che punteggiano l’isola, infatti, è nata dalla mano dell’uomo: invasi artificiali che trattengono i fiumi per creare specchi d’acqua placidi e silenziosi. Ma tra loro ce n’è uno solo che la natura ha voluto creare da sé — ed è forse per questo che è avvolto da un’aura di mistero.

Si tratta del Lago di Baratz, nel nord-ovest dell’isola, nel territorio di Sassari. È l’unico lago naturale della Sardegna, piccolo ma sorprendente: le sue coste si snodano per circa dodici chilometri e il suo specchio d’acqua si estende per oltre mille ettari. È un mondo a parte, dove la vegetazione cresce rigogliosa e il vento porta l’eco del mare vicino.

Baratz vive sospeso tra due universi: da un lato, le dune sabbiose alte fino a trenta metri che lo separano dalla spiaggia di Porto Ferro; dall’altro, le acque oligosalmastre che raccoglie dai ruscelli delle colline, tra cui il rio dei Giunchi. Non ha emissari e la sua profondità, di circa sei metri e mezzo, resta stabile grazie alla sabbia permeabile che lascia filtrare l’acqua come in un respiro lento e costante.

Ma il fascino di Baratz non è solo naturale: è anche leggendario. Si racconta che sotto le sue acque si nasconda la città sommersa di Barax, sprofondata a causa dei peccati dei suoi abitanti, puniti da Dio per la loro superbia. Nelle notti di luna piena, dicono, si possono ancora udire i rintocchi delle campane e le voci disperate che provengono dal fondo del lago.

Oltre a Baratz, l’isola custodisce altri mondi d’acqua. Sull’altopiano basaltico della Giara di Gesturi, appaiono e scompaiono stagionalmente i paùli, piccoli laghi effimeri alimentati soltanto dalla pioggia, che resistono finché dura la stagione umida, da autunno a primavera.

Poi ci sono i grandi giganti artificiali, nati per domare i fiumi e custodire riserve d’acqua fondamentali per l’isola. Tra i più celebri spiccano il Lago Omodeo sul Tirso, il Lago del Coghinas e i bacini dell’Alto e Basso Flumendosa.

Ma la Sardegna nasconde anche un tesoro sotterraneo: il Lago La Marmora, lungo 130 metri e profondo fino a 9, immerso nella Grotta di Nettuno ad Alghero. È uno dei più grandi laghi sotterranei d’Europa, una cattedrale d’acqua e roccia, dove stalattiti e stalagmiti si specchiano in un silenzio millenario.

Nel complesso, l’isola conta 38 invasi artificiali, capaci di raccogliere 1,6 miliardi di metri cubi d’acqua: un arcipelago liquido nascosto tra montagne e valli.

Tra questi laghi si trovano nomi che sembrano raccontare storie: Bau Mela, Loiri, Sant’Antonio, Bau Mandara, Sinnai, Bunnari, Corongiu, Monteponi, Benzone, Flumineddu, Sa Forada, Surigheddu, Govossai, Torrei, Sos Canales, Casteldoria, Bau Pressiu, Bidighinzu, Punta Gennarta, Is Barroccus, Cucchinadorza, Casteddu, Cuga, Leni, Coxinas, Posada, Simbirizzi, Cedrino, Cixerri, Bau Muggeris (o Alto Flumendosa), Gusana, Monte Pranu, Pattada, Monteleone (o del Temo), Liscia, Omodeo, Coghinas, Basso Flumendosa e Mulargia.