Il viaggio di Autunno in Barbagia: fermiamoci a Lula, antica terra di minatori

Prosegue il viaggio di Autunno in Barbagia: salutate Austis e Orani, l’incanto dell’entroterra barbaricino va in scena ancora una volta per un nuovo straordinario appuntamento, il quinto. Per il prossimo fine settimana appassionati e curiosi sono invitati nelle “cortes” di
Prosegue il viaggio di Autunno in Barbagia: salutate Austis e Orani, l’incanto dell’entroterra barbaricino va in scena ancora una volta per un nuovo straordinario appuntamento, il quinto. Per il prossimo fine settimana appassionati e curiosi sono invitati nelle “cortes” di Lula e Tonara, in cui sapori, profumi e antiche tradizioni faranno gli onori di casa per due giorni magici, dal 30 settembre al primo di ottobre. In questo viaggio, che segue il ritmo pulsante del cuore della Sardegna, fermiamoci a Lula, antica terra di minatori.
Piccolo paesino montano a forte vocazione agro-pastorale, Lula si incontra nel cuore della Baronia. Questo centro barbaricino è protetto dal complesso montuoso del monte Albo – oggi dichiarato sito di interesse comunitario (SIC) dall’Unione Europea – e sonnecchia ai piedi di due maestose vette gemelle: Punta Caterina e Punta Turuddò. Qui, sono i boschi naturali di leccio, il ginepro, il tasso, il corbezzolo e il lentischio a dominare il paesaggio che avvolge la cittadina, regalo prezioso di una natura incontaminata. Lula è nota per essere un’antica terra di minatori: un lungo passato minerario si legge nella storia del paese, legato all’estrazione di piombo e zinco dalle miniere di “Sos Enattos”, e di “S’Arghentaria – Guzzurra”, ora patrimonio dell’UNESCO e parte del Parco Geominerario della Sardegna. Questo paesino montano è scrigno di una fortissima spiritualità. Numerose sono le chiese che si incontrano dentro e fuori dall’abitato, così come diverse sono le feste religiose che qui si celebrano, tra cui spicca quella legata a San Francesco d’Assisi: un rito secolare che si svolge nel celebre santuario campestre di “Santu Franziscu de Lùvola” e che si rinnova, ogni anno, a maggio e a ottobre. La festa, di cui scrisse anche il premio Nobel Grazia Deledda e che si racconta tra storia e leggenda, richiama centinaia di pellegrini, specie per le celebrazioni autunnali: i devoti partono nel cuore della notte, soprattutto da Nuoro, e affrontano una lunga camminata per giungere al santuario e sciogliere il voto. Oltre alla tradizione religiosa, il paese conserva anche arcaici riti pagani, come la sfilata de “Su Battileddu” che anima il carnevale lulese: protagonista del rito è appunto “Su Battileddu”, una delle più impressionanti maschere sarde, che rappresenta la vittima sacrificale, aggredita e derisa da altri interessanti personaggi, “Sos Battileddos Massajos” e “Sos Battileddos Gattaias”. In questo rito, “Su Battileddu” andrà incontro alla morte (inscenata), ad opera dei suoi aguzzini, per poi risorgere.
Vocazione agro-pastorale, passato minerario, natura, spiritualità e impressionanti riti pagani. Ecco perché ci fermiamo in questo paese, il cui nome – in sardo Lùvula o Lùgula – ha origini ancora avvolte dal mistero. Secondo alcuni studiosi potrebbe derivare dalla parola latina “Julia”, frequente negli insediamenti romani, mentre per altri risalirebbe al termine di origine etrusca “lucus”, ossia “bosco sacro”, in riferimento alle rigogliose foreste presenti in questo territorio.
BREVI CENNI STORICI. Le ricchezze presenti nel territorio lulese sono state motivo di attrazione nel corso dei secoli. Questi luoghi furono frequentati sin dalla preistoria: lo testimoniano le domus de janas che qui chiamano “sas concheddas”, le grotte funerarie che si trovano ai piedi del monte Albo, come quella di “Sos Omines agrestes”, e poi ancora i resti di nuraghi e villaggi nuragici, come quello di “Punta su Casteddu”, e, infine, le tombe dei giganti. In questa terra profondo è il solco lasciato dalla civiltà romana, attirata dalle ricchezze minerarie. Secondo alcune fonti, le miniere di “Sos Enattos” e di “Guzzurra – S’Arghentaria” sarebbero state meta obbligata per gli schiavi condannati da Roma alla lavorazione dei minerali: tra gli sventurati colpiti dalla condanna “ad metalla”, ci sarebbe stata anche una colonia di ebrei che qui si sarebbe insediata per rimanere sino all’XI secolo d.C. Al Medioevo risalgono, invece, le origini del centro abitato, quando Lula apparteneva al Giudicato di Gallura ed era compresa nella curatoria di Galtellì. La storia di Lula, però, è legata soprattutto alle sue miniere: sfruttate fin dall’antichità, fu nell’Ottocento che si avviò la produzione industriale e, proprio in questo centro, si scatenarono i primi scioperi dei minatori sardi, nel 1899. Oltre all’attività estrattiva, prese avvio anche la produzione del carbone vegetale e della calce, fino a qualche tempo fa importante attività economica del paese: i lulesi divennero maestri della carbonizzazione della legna e il carbone prodotto era il più famoso di tutto il circondario. Qui si produceva anche “sa carchina”, la calce viva, ottenuta con la cottura della pietra calcarea in apposite fornaci, attività che valse ai lulesi il soprannome di “sos carchinaglios”, ossia produttori di calce.
COSA VEDERE. Oltre ai siti archeologici legati all’antichità preistorica del paese, interessanti da scoprire sono i numerosi luoghi di culto. Nel centro del paese, situata in una piazza rialzata, svetta la chiesa patronale e parrocchiale di Santa Maria Assunta, costruita tra il XII e il XIII secolo sui resti di quella che probabilmente era una sinagoga ebraica: negli anni ’20 del Novecento fu affrescata dal pittore toscano Spirito Lari e restaurata negli anni ’80. Merita una visita il già citato santuario campestre di “Santu Franziscu de Lùvula”, la cui struttura originaria risalente al XVI secolo è stata ampliata nel 1795: all’interno si custodisce una statua lignea del Santo, di scuola napoletana del Seicento, mentre le “cumbessias”, le dimore destinate ai pellegrini, sono in buona parte moderne. Le attrazioni di Lula, però, risiedono nell’archeologia industriale delle già menzionate miniere. Quelle di “Guzzurra – S’Arghentaria” conservano molte strutture risalenti all’Ottocento: sulla cima di una piccola collina si trovano i resti di un villaggio minerario, con vasche, condotte d’acqua e torri per la fuoriuscita dei fumi. L’antica laveria, nota come “Su Barraccone”, è priva del tetto: al suo interno, in ricordo delle centinaia di donne che vi avevano lavorato, si trovano alcuni affreschi realizzati dal pittore Diego Asproni. Nel sito di “Sos Enattos”, invece, è possibile accedere alle gallerie ottocentesche, attraverso un affascinante itinerario sotterraneo.
NATURA. Attrattiva di Lula è certamente il gigante calcareo del monte Albo, dove tra la ricca vegetazione mediterranea, spettacolari grotte, fenomeni carsici, gole e voragini verticali, si conservano diverse specie endemiche animali, quali il “fossile vivente” noto come Geotritone di Mont’Albo. Per visitare questo sito di interesse comunitario si organizzano percorsi di trekking particolarmente suggestivi che vi condurranno a luoghi unici come il canalone di Sas Piperai, la Punta de su Nuraghe e Littu Erchites. Oltre a “Punta su Casteddu” e alle cime gemelle di Punta Caterina e Punta Turuddò, rimarrete affascinati dal valico di Janna di Murrai, da cui si può raggiungere un profondo pozzo naturale chiamato “Sa Tumba de Nurai”.
CUCINA E ARTIGIANATO. Lula attrae anche a tavola, dove i sapori, tipici della tradizione barbaricina, parlano in limba. Oltre alla produzione del “pane carasatu”, generato dopo un lungo processo di lavorazione tradizionale, qui si gustano alcuni primi particolari come il piatto di minestra con “Su Filindeu”, preparato con sottilissimi fili di pasta, cotti nel brodo di pecora e formaggio. Altri primi interessanti, realizzati rigorosamente a mano, sono “sos macarrones de errittu” e “sos macarrones de poddiche”. Tra i dolci spiccano, invece, “sas origliettas” e “s’aranzata”. Nel paese, inoltre, si incontrano numerose botteghe artigiane, impegnate nella lavorazione del legno, del pellame, del ferro, del sughero e dell’oro. Pregiata è soprattutto la produzione di camicie e abiti sartoriali, destinati a impreziosire anche i costumi sardi.
Se per il quinto appuntamento di Autunno in Barbagia, avete deciso di restare a Lula, antica terra di minatori, qui potete trovare il programma completo.

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