Oristano, riapre la torre di Portixedda, uno dei monumenti simbolo della città

Era chiusa da anni. Oggi, in contemporanea con le Giornate del patrimonio, la torre di Portixedda, uno dei monumenti simbolo di Oristano, è stata riaperta al pubblico. Si tratta di una delle torrette della vecchia cinta muraria che risale al periodo del
Era chiusa da anni. Oggi, in contemporanea con le Giornate del patrimonio, la torre di Portixedda, uno dei monumenti simbolo di Oristano, è stata riaperta al pubblico.
Si tratta di una delle torrette della vecchia cinta muraria che risale al periodo del giudicato d’Arborea. Il Comune ha provveduto sin da subito alla messa in sicurezza, l’impermeabilizzazione della copertura e la pulizia necessaria.
Portixedda potrà essere visitata grazie agli operatori della Memoria storica, la cooperativa che gestisce il museo. Basterà rivolgersi all’Antiquarium per poterla visitare con la guida.Gli orari saranno dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17. L’assessore alla Cultura del Comune di Oristano, Massimiliano Sanna, ha dichiarato che la Giunta farà di tutto per trovare le risorse anche per il recupero della torre del giudice Mariano.

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La Sardegna era uno dei più grandi bacini di argento e piombo dell’Antica Roma

Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l'organizzazione della vita civile e militare.
In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.
Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.
Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.

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