Debutto col botto? Speriamo, per il momento la Sardegna Arena ci ha accolti tra fulmini ed una pioggia torrenziale. Appuntamento alle 9:30 sotto la Main Stand per la visita all’interno della nuova casa del Cagliari Calcio. Dopo una minima attesa comincia il percorso guidato attraverso il corridoio che corre dentro la pancia della tribuna coperta.

Sulle pareti la Società ha allestito dei pannelli che illustrano la storia della compagine rossoblù. Il percorso è cronologico e ci porta dalla fondazione fino ai giorni nostri, uno spazio importante è ovviamente ricoperto dall’epoca dello scudetto del 1969-70.  Dall’alto l’inconfondibile voce di Sandro Ciotti nella radiocronaca di Cagliari – Bari del 12 aprile 1970 terminata 2 a 0 con reti di Riva e Gori che sancì la conquista matematica dello scudetto. Sulla sinistra ai pannelli si alternano vetrine-teca che contengono rari cimeli legati alla storia rossoblù. In particolare la maglia numero 7 di Nenè, una maglia dell’Atletico Madrid che risale all’ultimo turno di Coppa dei Campioni disputato dal Cagliari nell’ottobre 1970, ed il relativo gagliardetto legato all’incontro, una maglia di Bernardini datata metà degli anni ’80. Tra i calciatori lo spazio principale è ovviamente riservato a Gigi Riva.

Nella Sala stampa sono stati esposti tra gli altri: la coppa scudetto del 1969-70, la coppa per la vittoria della Serie B 2015-16, la Maglia di Riva dell’ultima giornata del 1969-70 e la maglia da gioco del portiere. All’interno della sala stampa Passetti, Signorelli e Gosti hanno espresso tutta la loro soddisfazione per il miracolo Sardegna Arena, uno stadio costruito in appena 127 giorni, certo non ancora terminato, ma già da questa domenica perfettamente fruibile. La visita è continuata poi all’interno della tribuna coperta, che contiene la sala stampa, il ristorante e il “Lounge Casteddu”, sempre legato all’area ristorazione. Con una rapida incursione sulla pelouse da gioco, bagnata per il violento temporale, ma pronta per essere calcata dai 22 giocatori di Cagliari e Crotone, si è concluso il tour di presentazione. Ora spazio all’incontro in programma al pomeriggio.

Luigia Mercalli, conosciuta affettuosamente come Lisetta, ha raggiunto a febbraio scorso il prestigioso traguardo dei 110 anni, e, questo dicembre è entrata di diritto tra le dieci persone più longeve d’Italia. Originaria di Carloforte, dove è nata il 17 febbraio 1915, Luigia rappresenta oggi la donna più longeva della Sardegna.

Foto di Pierino Vargiu

Insegnante per 46 anni, ha dedicato la vita all’educazione, iniziando con economia domestica, contabilità e merceologia, per poi passare all’educazione tecnica. Trasferitasi a Cagliari nel 1951, ha lasciato un segno indelebile nella comunità scolastica, diventando un punto di riferimento per generazioni di studenti.

Foto di Pierino Vargiu

Lucida, elegante e sempre sorridente, Lisetta ha condiviso con chi le ha fatto visita scorci della sua lunga esistenza, fatta di momenti felici ma anche di difficoltà straordinarie. Ha vissuto due pandemie – l’influenza “spagnola” e il Covid – e gli anni durissimi della Seconda Guerra Mondiale, durante i bombardamenti del 1943 a Carloforte, quando si prese cura dei feriti e vegliò su chi non ce l’aveva fatta.

“Mi sono sposata a 36 anni, con Luigi Quaquero, senza la c”, precisa con il consueto garbo Luigia, che oggi continua a incarnare forza, vitalità e tempra straordinaria.  Le immagini della signora, firmate dal fotografo Pierino Vargiu, ambasciatore della longevità in Sardegna, catturano la grazia e la vivacità di un’ultracentenaria che continua a essere simbolo di eleganza e memoria storica della sua terra.