Sembra risolta la questione degli stipendi arretrati dei dipendenti della Cooperativa La Clessidra, che prestano il servizio di assistenza specialistica agli alunni con disabilità motorie o mentali nelle scuole primarie e dell’infanzia del Comune di Cagliari. Fino a qualche settimana fa, gli educatori dipendenti della cooperativa vantavano un credito di due mensilità nel pagamento degli stipendi da parte de La Clessidra, responsabile del pagamento nei confronti dei propri dipendenti, salvo poi la possibilità di richiedere al Comune la liquidazione delle fatture per il servizio prestato.

Il presidente della cooperativa Dimitri Pibiri segnala però il ritardo nei pagamenti delle fatture che l’amministrazione comunale deve regolare alla cooperativa che svolge il servizio per conto del Comune: «Pur confermando di avere dei ritardi nel pagamento degli stipendi (ad oggi completamente azzerato), il Comune di Cagliari non ha mai rispettato le scadenze nel pagamento delle fatture». La Clessidra ha sollecitato al Servizio Politiche Sociali del Comune il pagamento, e il consorzio Solidarietà (di cui La Clessidra fa parte) ha sottolineato lo scorso 27 luglio che gli «operatori, nonostante le difficoltà legate ai ritardati pagamenti, hanno continuato a svolgere il proprio ruolo, particolarmente delicato, in modo professionale». Nel sollecito di pagamento, si legge che «la situazione coinvolge le organizzazioni in un aggravio di costi e ad un’esposizione bancaria diventata ormai insostenibile»

Pibiri smentisce inoltre irregolarità nel DURC: «Dire che ci fossero irregolarità è assolutamente falso. Il comune ha richiesto il DURC all’INPS proprio alla sua scadenza e si è solo trattato di aspettare dei tempi tecnici di lavorazione da parte dell’istituto previdenziale. La Cooperativa non risulta avere periodi di irregolarità e non ha pagato alcuna sanzione per lo sblocco ed il Comune non ha mai ricevuto dall’INPS comunicazioni di DURC irregolare».

Dal canto del Comune, il Sindaco Massimo Zedda, in merito alla questione, puntualizza che: «i capitolati d’appalto prevedono dei controlli lunghi e complessi su migliaia di ore di lavoro, che hanno determinato un rallentamento dei pagamenti. Dopo la segnalazione della Ditta, la dirigente del servizio delle Politiche Sociali, Antonella Delle Donne ha provveduto a far liquidare la mensilità di marzo (la cui fattura è arrivata a maggio) e nelle scorse settimane è stata liquidata la mensilità di aprile (la cui documentazione è arrivata alla fine di giugno) effettuando esclusivamente un controllo a campione. La fattura del mese di maggio è arrivata il 6 luglio priva di documentazione. Sarà liquidata immediatamente, una volta ricevute le integrazioni. In ogni caso -conclude il Sindaco- la questione può dirsi risolta»

Un’atmosfera intima e vibrante ha avvolto ieri il Conservatorio di Cagliari durante il concerto di Patty Pravo, icona intramontabile della musica italiana, che ha scelto il capoluogo sardo come tappa del suo tour. Ma prima ancora che le luci si abbassassero e la voce inconfondibile di Nicoletta Strambelli riempisse la sala, un messaggio è stato diffuso al pubblico: niente telefoni, niente foto o video durante lo spettacolo.

Patty Pravo a Cagliari, foto condivisa dalla cantante

Un appello semplice, ma potente. Un invito a scollegarsi dai dispositivi per connettersi davvero con la musica, con l’artista, con l’emozione del momento. E Patty Pravo, che da sempre ama il contatto diretto con il suo pubblico, ha scelto di unirsi a quella sempre più ampia schiera di artisti che chiedono rispetto per il presente, per il tempo condiviso, per lo spazio sacro del live.

Il gesto, ormai sempre più diffuso, riaccende una riflessione necessaria: i telefoni durante i concerti sono diventati una distrazione costante, per chi guarda ma anche per chi ascolta. Trovarsi davanti qualcuno che filma per interi minuti, con lo schermo sollevato sopra la testa, spezza la magia e impone agli altri spettatori un filtro digitale tra sé e la scena.

Eppure, nonostante il fastidio diffuso, non riusciamo a farne a meno. È il riflesso di un’epoca in cui l’esperienza non sembra esistere davvero se non è documentata. Ma cosa perdiamo nel frattempo? Forse proprio l’essenza dell’evento: la musica, la voce, le emozioni in presa diretta.

Quella di Patty Pravo, dunque, non è una semplice richiesta tecnica, ma un atto d’amore per la musica e per il pubblico: “Godetevi l’attimo”, sembra dire, “perché è unico e irripetibile”. Un invito prezioso, soprattutto in tempi in cui la memoria viene affidata più allo storage del telefono che al cuore.