Meno distanze fra i cittadini e amministrazione, rapporto diretto e risposte rapide alle esigenze della comunità. Nasce con questo obiettivo l’idea del Comune di dotarsi della app Municipium, un servizio allo stesso tempo semplice e innovativo che vuole rendere Assemini efficace, moderna e funzionale come una vera “smart city”.

L’applicazione, scaricabile da tutti gli utenti in possesso di uno smartphone, nasce dall’esigenza di avvisare in tempo reale la popolazione in caso di eventi calamitosi di cui si occupa la Protezione Civile. Ma non solo. Manutenzioni, decoro, segnalazioni, ma anche notizie sulla città, sul calendario della raccolta differenziata, il cartellone degli eventi. “Comunicazione”, “Interazione”, “Collaborazione”, “Dialogo”: sono i cardini di questa nuova applicazione che in questo modo permetterà all’amministrazione di testare le criticità, valutare i punti deboli della macchina burocratica e i possibili interventi.

La presentazione ufficiale alla stampa della nuova applicazione “Municipium” verrà effettuata mercoledì 2 agosto, nella sala Riunioni del Comune (primo piano), dalle 10.00. Saranno presenti il Sindaco Mario Puddu, l’Assessore alla Protezione Civile Gianluca Di Gioia, il responsabile della Protezione Civile Ing. Alessandro Bocchini, e il Comandante della Polizia Locale Giovanni Carboni. In collegamento via Skype saranno presenti i responsabili tecnici dell’applicazione “Municipium” che ne illustreranno il funzionamento

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.