Casa al mare, quanto mi costi: oltre la media nazionale i prezzi delle case vacanza in Sardegna

Affittare una casa d’estate in Sardegna. Carissimo. Quel che già si sapeva, cioè che le case vacanze nell’isola sono tutto fuorché economiche è certificato oggi da un’analisi realizzata dal sito CaseVacanza.it. In testa alla classifica delle località più care c’è
Affittare una casa d’estate in Sardegna. Carissimo. Quel che già si sapeva, cioè che le case vacanze nell’isola sono tutto fuorché economiche è certificato oggi da un’analisi realizzata dal sito CaseVacanza.it.
In testa alla classifica delle località più care c’è San Teodoro, dove un alloggio con quattro posti letto costa circa 1.060 euro a settimana. A seguire Chia (960 euro) e Villasimius e La Maddalena (930 euro).
La Sardegna non è però il luogo più caro dove affittare una casa per le vacanze. In testa a tutti la Sicilia con l’isola di Lampedusa, dove una stessa abitazione costa più di 1.400 euro, esattamente due volte la media nazionale. A seguire la cittadina laziale Anzio (1.400 euro) e Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto con 1.340 euro di affitto settimanale medio. Tra i luoghi di villeggiatura in montagna solo Molveno in provincia di Trento entra nella speciale classifica delle 20 località estive più care con un affitto medio settimanale di 930 euro.

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La Sardegna era uno dei più grandi bacini di argento e piombo dell’Antica Roma

Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l'organizzazione della vita civile e militare.
In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.
Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.
Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.

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