Tra le proposte culturali di quest’estate ce n’è una molto particolare, a Quartu Sant’Elena ma non solo, che porta la musica all’interno di quattro mura e permette agli appassionati di vivere un momento di immersione totale in una location domestica che per l’occasione si trasforma in una vera sala concerti. Parliamo di Casa Valentina, un progetto nato diversi anni fa da un’idea della cagliaritana Valentina Esu che decide, dopo una laurea in Lettere e un master in Organizzazione di Eventi Culturali a Firenze, di provare a diffondere la formula degli house concerts, ovvero i concerti domestici, organizzando eventi nella sua città d’origine.

Dopo un primo tentativo poco fortunato di inserirsi in strutture già collaudate che potessero offrirle un lavoro nel settore in cui si era specializzata, Valentina Esu non si scoraggia e riparte dalla casa di Castello in cui abita per organizzare una rassegna di concerti domestici, ottenendo un riscontro molto positivo da parte di una cerchia di artisti e fruitori. «Da allora non sono più riuscita a smettere» ci confessa l’organizzatrice di questi concerti, «non solo perché per me questa è una grande passione, ma anche perché sono convinta che in questo modo vengano davvero valorizzati la musica e gli artisti». A differenza dei locali, in cui spesso artisti e band invitati per le serate fanno soltanto da sottofondo e non vengono quasi ascoltati, nei concerti domestici si crea infatti «un’emozione fortissima perché si sta molto vicini, c’è un silenzio assoluto e un grande rispetto per chi suona».

Concerto in giardino (foto pagina Facebook Casa Valentina)

Con il suo trasferimento a Villanova, Valentina Esu inaugura poi un’altra rassegna, questa volta evolvendo la formula al “Bed in concerts”: “si tratta sempre di house concerts, ma si svolgono in stanze molto grandi in cui il letto diventava un vero e proprio palco”. I musicisti, che secondo l’organizzatrice sono uno dei simboli del grande fermento culturale e artistico presente in Sardegna, apprezzano moltissimo questo tipo di eventi in quanto si sentono realmente apprezzati. Valentina riesce quindi a far incontrare a casa sua e in maniera originale le esigenze degli artisti con la passione delle tante persone che amano assistere ad un concerto in maniera intima e diretta.

Chiara Effe si esibisce dal balcone di un b&b di Carloforte (foto pagina Facebook Casa Valentina)

Oltretutto, il progetto Casa Valentina coinvolge anche tutte quelle persone che vogliono mettere a disposizione le proprie abitazioni, le terrazze, i giardini, per fornire un ambiente accogliente per le serate create ad hoc da questa pioniera. Il sogno di Valentina è quello di «poter trasformare tutto ciò, un giorno, in un vero e proprio lavoro», perché crede fermamente, ci dice, che «il lavoro in ambito artistico e culturale debba essere riconosciuto come una vera professione, cosa che purtroppo spesso al giorno d’oggi ancora non accade». La nuova serie di appuntamenti, che hanno luogo principalmente nel giardino della sua nuova casa sul litorale di Quartu, viene finanziata attraverso la raccolta fondi sempre attiva online sul sito ufficiale di Casa Valentina, in modo che tutti possano contribuire ad arricchire l’offerta culturale e musicale nella zona del cagliaritano.

Un lungo viaggio intercontinentale, da Cagliari a Cincinnati, ha segnato la speranza di vita per un bambino statunitense di appena un anno, affetto da una rara patologia genetica. Protagoniste di questa storia sono un’unità di cellule staminali da sangue cordonale, prelevata in Sardegna e utilizzata con successo per un trapianto salvavita negli Stati Uniti.

Il prelievo, come riporta il quotidiano L’Unione Sarda, è avvenuto lo scorso aprile presso la Banca del Sangue Cordonale (BSC) dell’Arnas Brotzu, guidata dal dottor Mauro Carta. L’unità è stata spedita al Centro Trapianti di Cincinnati, dove è stata impiegata nel trattamento del piccolo paziente. L’intervento, reso possibile grazie alla collaborazione tra la struttura cagliaritana e il registro americano NMDP (National Marrow Donor Program), è stato coordinato con il supporto del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR).

La donazione, frutto della generosità di una famiglia sarda, ha avuto un esito positivo, senza complicanze rilevanti nel decorso post-operatorio. Un gesto semplice ma straordinario, che ha permesso di trasformare quello che spesso viene scartato – il sangue contenuto nel cordone ombelicale – in una risorsa preziosa per la medicina. Le cellule staminali ematopoietiche contenute nel cordone ombelicale rappresentano oggi una valida opzione per il trattamento di numerose patologie, in particolare nel campo dell’onco-ematologia pediatrica.