L’ultimo saluto a Doddore Meloni all’ospedale Santissima Trinità: la rabbia lascia il posto al dolore

C’è un tempo per la rabbia e uno per il silenzio. Oggi è il tempo del silenzio e del dolore. In tanti da questa mattina presto sono andati a dare l’ultimo saluto a Doddore Meloni, l’indipendentista sardo morto il 5
C’è un tempo per la rabbia e uno per il silenzio. Oggi è il tempo del silenzio e del dolore. In tanti da questa mattina presto sono andati a dare l’ultimo saluto a Doddore Meloni, l’indipendentista sardo morto il 5 luglio all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, dove si trova la camera ardente.
Come avrebbe voluto , è stato vestito con l’abito sardo che indossava spesso e ai piedi della bara aperta è stata messa la bandiera del suo movimento Meris – Malu Entu.
Salvatore “Doddore” Meloni, 74 anni, era debilitato da 68 giorni di sciopero della fame e 35 di sciopero della sete, interrotti ai primi di giugno. Il suo avvocato Cristina Puddu stamane non se l’è sentita di rilasciare alcuna dichiarazione. La figlia Francesca si è limitata a dire che di essere grata per l’affetto che la gente sta dimostrando.
«È morto un combattente, uno che ha lottato fino alla morte per la propria terra – dice Patrizia Deriu, una delle tante persone presenti stamane al Santissima Trinità – La Sardegna ha perso una delle poche persone davvero innamorate della propria Isola».
«L’ha ucciso lo Stato italiano – denuncia un uomo venuto da Carbonia apposta per lui – Ora anche la politica cosiddetta sarda, che di sardo non ha nulla, lo piange. Ma quando era in vita non ha fatto nulla anche solo per concedergli le cure che invece lo Stato sta dando a mafiosi come Totò Riina». Domani alle 17 nella cattedrale di San Pietro a Terralba verranno celebrati i funerali.

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