C’era anche Fabio Pisacane tra i big del del calcio che ieri sera hanno sfidato una squadra svizzera e una italiana nella “Partita delle leggende” disputata a Brig, in Svizzera.

«Un grande onore, un immenso privilegio. Emozioni senza fine», scrive Pisacane nel suo profilo Instagram. Il difensore del Cagliari ha giocato al fianco di personaggi del calibro di Maradona, Maldini, Ronaldo, Van Basten e Buffon. È stato invitato personalmente dal presidente della FIFA Gianni Infantino, originario proprio del paesino svizzero dove si è disputata la partita.

Pisacane con Maradona.

Giovedì sera, invece, Pisacane ha ricevuto il “Premio Fair Play – Menarini 2017”, evento organizzato con il patrocinio del Coni a Castiglion Fiorentino. Il difensore rossoblù è stato nominato da una giuria composta dai direttori dei principali quotidiani sportivi e dai rappresentanti di Istituzioni sportive, «per il particolare comportamento etico e di fair play che ha sempre dimostrato nel corso della sua carriera sportiva, per la disponibilità di grande sportività e solidarietà, nonché per il messaggio positivo, pacato e la vicinanza verso il mondo giovanile e i meno fortunati».

Pisacane ritira il “Premio fairplay”.

Si tratta di un riconoscimento per la “lotta fuori e dentro dal campo” , a cominciare dalla malattia rara che l’ha colpito da ragazzino e che ha rischiato di compromettere la carriera calcistica. La partita più importante, che Fabio ha vinto.

La passione per la storia può diventare un ponte tra il passato e il presente, tra la memoria collettiva e il cuore delle persone. È ciò che ha dimostrato Stefano Cogoni, residente a Sinnai, profondamente appassionato di storia militare e in particolare dei drammatici eventi della Seconda Guerra Mondiale. Dal gennaio 2019, ha avviato un progetto tanto ambizioso quanto umano: raccogliere testimonianze e interviste in tutta la Sardegna, nei luoghi colpiti dai bombardamenti, spezzonamenti e mitragliamenti, per poi riunirle in un libro. Un lavoro mosso dal desiderio di preservare la memoria e destinare l’intero ricavato in beneficenza.

Nel corso delle sue ricerche, nell’aprile 2020 Stefano si iscrive al gruppo Facebook “Serramanna se…”, spiegando pubblicamente il senso del suo progetto. Inaspettatamente, viene subito contattato da Massimo, figlio della signora Raffaela Crobeddu, classe 1924. La donna accetta con entusiasmo di raccontare la propria esperienza e durante l’intervista rivela un dolore mai risolto: la perdita del fratello Gesuino Crobeddu, classe 1920, caduto in guerra sul fronte russo. Raffaela confessa di non conoscere la data precisa della sua morte, impedendole così di ricordarlo con una messa o un momento commemorativo.

Stefano Cogoni con la signora Raffaela

Scosso da quella confidenza, Stefano si impegna immediatamente a fare il possibile per aiutare la signora. A maggio 2020 si reca all’Archivio di Stato di Cagliari, in via Gallura, dove riesce a recuperare il foglio matricolare del soldato. A giugno, invia una prima richiesta alla caserma Maggiore Carlo Ederle di Cagliari per ottenere un eventuale riconoscimento ufficiale. Dopo un ulteriore invio di documentazione a ottobre, a novembre 2020 arriva la risposta tanto attesa: un attestato ufficiale viene finalmente riconosciuto e consegnato alla signora Raffaela.

Grazie alla consultazione della banca dati dei caduti e dispersi della Seconda Guerra Mondiale, Stefano scopre anche la data esatta del decesso di Gesuino: 20 gennaio 1943, in Russia. Il soldato faceva parte della 63ª squadra panettieri presso la 4ª Divisione Alpina Cuneense, coinvolta nella tragica ritirata dal fronte orientale. Per chiudere la ricerca Cogoni ha voluto regalare al figlio della signora Raffaela la replica della medaglia con il nastrino a due stellette.

La targa per Gesuino Crobeddu

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