Pochi ospedali, retribuzioni basse, esuberi e liste d’attesa chilometriche: mondo della sanità sardo in protesta per fermare e modificare la riforma

Cagliari, piazza del Carmine. Sciopero e mobilitazione di almeno 4mila persone indetto dai Sindacati di categoria. Come si legge nel comunicato di Cigl, Cisl e Uil, «il processo di riorganizzazione dei Servizi sanitari della Sardegna, avviato dalla Giunta Regionale a partire
Cagliari, piazza del Carmine. Sciopero e mobilitazione di almeno 4mila persone indetto dai Sindacati di categoria.
Come si legge nel comunicato di Cigl, Cisl e Uil, «il processo di riorganizzazione dei Servizi sanitari della Sardegna, avviato dalla Giunta Regionale a partire dal 2014 con la L.R. n.23 nella quale, tra le altre cose, si è provveduto a cancellare la funzioni di attori e protagonisti dei processi di riforma delle parti sociali, continua a procedere disarticolato e senza un percorso di partecipazione reale».
«Una situazione complessa di tutto il sistema – si legge nella nota – totalmente inaccettabile, rispetto alla quale la risposta non può che essere la mobilitazione». Alla manifestazione a Cagliari parteciperanno sindaci provenienti da ogni parte dell’Isola. Uno dei principali motivi della protesta è il rischio di perdere ospedali e presìdi sul territorio, dove i più penalizzati saranno quelli della Gallura.
Nella lista delle rivendicazioni anche la paura degli esuberi e retribuzioni: «Sono le più basse d’Italia», ha detto Nino Cois, Cgil Fp. La prima richiesta? Lo stop ai lavori in commissione Sanità. «Veneto, Toscana e Lombardia hanno avuto la riforma senza fare un’ora di sciopero», ha sottolineato Davide Paderi, Fp Sardegna. Ma per Cois vi sono anche altri problemi: «Vogliamo la cancellazione delle liste d’attesa, ora si aspetta mesi. Vogliamo sentire non solo la voce dell’assessore della Sanità Arru, ma anche quella del titolare del Bilancio Paci e del presidente Pigliaru».

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