Quando è stato trovato dal fratello Giomaria in una pozza di sangue, Pietro Sanna era morto già da qualche giorno. A dirlo sono gli esiti dell’autopsia svolta sul corpo del giovane nuorese accoltellato a morte nella periferia ovest di Londra con ogni probabilità dalla 25enne inglese di origine bengalese Hasna Begum, che ha già confessato l’omicidio.

Secondo i medici legali le coltellate sarebbero state 32 e non 20, un particolare che rende ancora più efferato l’omicidio. La pista al momento più probabile è quella passionale. Hasna Begum e Pietro Sanna avevano avuto una relazione, poi finita male, probabilmente per volere del giovane di Nuoro.

Secondo gli inquirenti la ragazza avrebbe ucciso Pietro Sanna perché non accettava la fine della relazione. Nonostante la storia tra i due fosse terminata Hasna Begum frequentava ancora il monolocale in cui viveva Pietro Sanna. I due infatti non erano coinquilini, ma Hasna Begum aveva occupato per qualche tempo un appartamento nello stesso edificio. La famiglia Sanna si trova ancora a Londra per la restituzione della salma.

Grande emozione a San Giovanni di Sinis per la liberazione di due tartarughe marine Caretta caretta, finalmente pronte a tornare al loro ambiente naturale dopo settimane, e in alcuni casi mesi, di cure attente e amorevoli. Vederle scivolare nell’acqua cristallina del mare è stato come assistere a un piccolo miracolo, un momento di gioia pura per chi ha seguito il loro percorso di recupero passo dopo passo.

Manuela Fa, che ha immortalato l’evento con delle bellissime fotografie, ha commentato con profondità: “Ogni volta mi ritrovo a riflettere sulla nostra responsabilità: su quanto spesso, senza rendercene conto, siamo noi la causa delle ferite, delle difficoltà e dei pericoli che queste creature devono affrontare. Forse non possiamo cambiare tutto, ma qualcosa sì.”

Le tartarughe marine Caretta caretta affrontano quotidianamente minacce causate dall’uomo: rifiuti in mare, reti da pesca abbandonate, collisioni con imbarcazioni. Il lavoro del Centro di Recupero del Sinis diventa così fondamentale non solo per salvare gli esemplari in difficoltà, ma anche per sensibilizzare la comunità sul rispetto e la tutela del mare e dei suoi abitanti.

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