Che i mari della Sardegna fossero i più belli d’Italia lo si sapeva. Ora è arrivato anche il riconoscimento di Legambiente Touring club italiano che sul tetto della classifica dei mari più belli per il 2017 stilata per la nuova Guida Blu incorona il litorale di Chia (Domus de Maria). Su Giudeu, Cala Cipolla, Cala del morto, Capo Spartivento non hanno eguali in Italia. Subito dietro la Maremma Toscana e poi di nuovo la Sardegna che con il mare della Baronia, tra Posada e Siniscola si prende anche la medaglia di bronzo. Premiati con le storiche ‘vele’ non solo i Comuni, ma anche 21 alberghi e comprensori turistici scelti tra un centinaio in tutta Italua, per quella che è una novità i quest’anno della famosa Guida blu. Anche in questo caso la Sardegna trionfa con le 5 vele assegnate a ben 5 comprensori turistici presenti sull’isola.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.