Un “pranzo ricco di ferro“, è così che lo studente universitario sdrammatizza online sulla vite di ferro trovata nel suo piatto servito dagli operatori della mensa di Piazza Michelangelo a Cagliari.

La notizia è trapelata grazie alla foto pubblicata anonimamente sul gruppo Facebook universitario “Spotted Unica“, i quali commenti hanno una vena più o meno cattiva.

«L’incidente -dice Antonio Funedda Presidente dell’ERSU ad una televisione locale- è accaduto per via di un probabile malfunzionamento di un macchinario utilizzato nelle cucine e ha attirato l’attenzione dell’amministrazione che si occuperà della verifica del servizio».

La foto ha destato svariate emozioni fra risate e polemica, la quale, specifica Funedda, «porterà gli operatori a un controllo più meticoloso delle cucine».

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.