Wind3 vende a Comdata. 341 lavoratori sardi non saranno più dipendenti del colosso della telefonia

La cessione del ramo d’azienda di Wind3 va avanti contro il parere dei lavoratori. Con una comunicazione consegnata questo pomeriggio ai rappresentanti dei lavoratori, è iniziata la procedura che trasferirà il settore Customer Care e i suoi 900 dipendenti (341
La cessione del ramo d’azienda di Wind3 va avanti contro il parere dei lavoratori. Con una comunicazione consegnata questo pomeriggio ai rappresentanti dei lavoratori, è iniziata la procedura che trasferirà il settore Customer Care e i suoi 900 dipendenti (341 dei quali impiegati nel call center di Elmas) dalla multinazionale nata dalla fusione fra Wind e Tre a Comdata, gigante del settore CRM. Un’accelerata da parte dell’azienda che non ha ascoltato la preoccupazione di dipendenti e sindacati, allarmati per un’esternalizzazione che legherà il destino futuro dei lavoratori all’esistenza della commessa che, secondo quanto riportato dalla comunicazione dell’azienda, avrà la durata di sette anni.

Un momento della manifestazione dei lavoratori del call center di Elmas dello scorso 2 giugno a Cagliari
Le rassicurazioni di casa madre, che mette sul piatto il mantenimento delle condizioni contrattuali vigenti, non sono bastate per scacciare via i cattivi pensieri: «I lavoratori subiscono questa decisione – spiega il segretario provinciale CGIL Antonello Marongiu– Le ragioni presentate dall’azienda non possono trovarci d’accordo, dal momento che non hanno come obiettivo quello di risolvere una crisi aziendale, ma soltanto la massimizzazione dei profitti». In effetti, guardando i dati economici del 2016 e risultati port-fusione del 2017, appare chiaro che l’operazione di cedere il ramo d’azienda non è dettata da cali del fatturato o dei principali indicatori economici e finanziari. Il ritratto che vien fuori dalla lettura dei bilanci del gruppo è quello di un’azienda in salute, che ha addirittura annunciato investimenti per un totale di sette miliardi. Sembra però che di questi investimenti non ne potranno beneficiare i lavoratori di Elmas, e tutti quelli legati al servizio clienti, che al termine della procedura di 25 giorni non saranno più dipendenti del neonato colosso della telefonia mobile. La data per la cessione definitiva non è ancora certa, ma non sarà prima del prossimo 4 luglio.
Le istituzioni, al di là di qualche dichiarazione, non hanno finora esercitato azioni dirette di dissuasione per frenare l’esternalizzazione: «Il settore in Sardegna occupa migliaia di operatori, e nell’Isola sono diversi i call center in house di grandi aziende. Wind3 è soltanto una, ma ci sono anche altre grandi realtà come Amazon, Sky, Tiscali -avverte Marongiu- Non intervenire ora significa accendere una miccia per una situazione che potrebbe diventare un grosso problema sociale e occupazionale in futuro. Si rischia l’effetto domino». Effettivamente, la mancata opposizione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico all’operazione, ha di fatto lasciato via libera alla strategia di un’azienda che lavora in un mercato dove le concessioni governative sono indispensabili. Lo sciopero del prossimo 14 giugno è confermato, ma non è esclusa una mobilitazione dell’intero settore, minacciato dal modus operandi di cui Wind3 potrebbe essere soltanto il primo attore di una serie.

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