Nuova proprietà, nuova gestione, e tante altre novità attendono gli amanti della notte del Sulcis. Domani aprirà i battenti per una ricca stagione estiva il Just, discoteca di Porto Pino che dopo 5 anni cambia guida.

Un’immagine del Just

Al timone la coppia formata da Danilo Demurtas e Giordano La Mantia. Il primo torna nella sua terra natale dopo trent’anni passati a Bergamo, per regalare divertimento ai giovani del Sulcis e ai turisti che hanno scelto la Sardegna sud occidentale come meta prediletta dell’estate. Giordano La Mantia, dj e gestore di un lounge bar a Carbonia, vestirà i panni del direttore della discoteca, ma non solo. Ci sarà anche lui in consolle domani, serata d’inaugurazione della stagione, e si alternerà con altri quattro dj resident, Michele Agostinelli, Marco Ambu, Simone Grosso e Davide Sepis.

Ma l’estate del Just sarà internazionale:«Verranno a trovarci importanti ospiti dall’estero -spiega La Mantia-ma preferiamo non rovinare la sorpresa annunciandoli con troppo anticipo. Posso solo dire che la caratura internazionale degli ospiti e la qualità delle serate è garantita»

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.