Pensioni per gli animali? Busta di croccantini piena da affidare al proprio vicino? Non se ne parla. Per i sardi l’animale di casa va portato in vacanza con la famiglia. Dai dati pubblicati dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni emerge un attaccamento quasi filiale dei sardi ai propri animali di compagnia. Più di uno su due è convinto che il cane o il gatto di famiglia vada portato in vacanza (58%), mentre un sardo su tre (31%) li considera parte integrante del nucleo familiare. Il 12 % degli intervistati lo lascerebbe a parenti e amici durante le vacanze, mentre solo il 14% sarebbe disposto ad affidarlo alle cure di una pensione per animali. Il rapporto animale padrone è così forte da considerare l’animale di casa come una compagnia (23%) o addirittura come un amico fidato (31%).  Unanime la condanna verso chi si rende responsabile di violenze nei confronti degli animali. L’89% dei sardi non solo trova giuste le leggi attualmente in vigore, ma ne vorrebbe di più severe. Nonostante questo i dati della Lega Antivivisezione italiana parlano di 80 mila gatti e 50 mila cani abbandonati nel 2016, di cui l’80% rischia la morte.

Nel territorio di Ardauli sono presenti almeno 30 ipogei funerari neolitici del tipo a “domus de janas” isolati o raggruppati in piccole necropoli. Fra di essi il più importante è senz’altro quello di Mandras. Questa tomba, scavata nella trachite, mostra – nell’anticella e nel vano principale – il soffitto dipinto in modo da riprodurre il tetto di una capanna secondo due schemi tipologici differenti.

Foto I Custodi della Memoria

Questa tomba è molto nota per gli elementi architettonici dipinti in ocra rossa (ossido di ferro) che ornano i soffitti e le pareti dell’anticella e della cella principale. La domus è formata da un piccolo ipogeo composto da atrio, anticella, cella principale e celletta laterale, nel quale almeno tre ambienti sono decorati da pitture rosse rappresentanti la struttura della casa.

Foto I Custodi della Memoria

Nell’autunno del 2020 si è svolto il primo intervento di restauro della tomba dipinta, che è stato rivolto prevalentemente alla rimozione delle radici infiltratesi nel banco roccioso e alla sigillatura delle fessure; inoltre è stato eseguito un trattamento conservativo preliminare delle pitture dell’anticella e della cella.