Nuovo traguardo della cardiochirugia al Brotzu: realizzati due interventi di impianto di cuore artificiale

L’ospedale Brotzu di Cagliari sposta in avanti la frontiera sulla cura delle patologie cardiache. Grazie al lavoro congiunto delle equipe di cardiologia, cardiochirurgia e cardioanestesia, nel mese di maggio sono stati realizzati due importanti interventi di impianto di cuore artificiale
L’ospedale Brotzu di Cagliari sposta in avanti la frontiera sulla cura delle patologie cardiache. Grazie al lavoro congiunto delle equipe di cardiologia, cardiochirurgia e cardioanestesia, nel mese di maggio sono stati realizzati due importanti interventi di impianto di cuore artificiale su due pazienti con scompenso cardiaco refrattario. Il nuovo traguardo nella terapia dei pazienti cardiopatici è stato presentato nell’azienda ospedaliera durante una conferenza stampa che ha illustrato i due interventi, effettuati rispettivamente su due pazienti di 68 e 62 anni. Per il primo si tratta di una terapia definitiva, mentre per il secondo di un intervento ponte in attesa di un futuro trapianto di cuore.
Sono stati impiantati infatti due dispositivi meccanici di assistenza cardiaca (Left ventricular assist device), che permettono di aiutare il ventricolo sinistro, malfunzionante, di aumentare la quantità di sangue pompata nel resto del corpo. Il dispositivo, del peso di circa 100 grammi, viene allocato all’altezza del diaframma ed è alimentato da una piccola batteria esterna. La percentuale di successo di questo tipo di intervento è piuttosto alta, circa il 92 per cento dei casi di successo in più rispetto alle tecniche utilizzate fino ad oggi, e garantisce la totale assenza di eventi legati a malfunzionamento e trombosi della pompa o emolisi.
I pazienti stanno bene. Il primo, operato circa 20 giorni fa, è già in corsia mentre il secondo, operato pochi giorni fa, è ancora in terapia intensiva ma le condizioni sono assolutamente soddisfacenti. La possibilità di un’assistenza cardiaca in sostituzione del trapianto, nei casi di pazienti con insufficienza cardiaca terminale la cui probabilità di sopravvivenza entro l’anno è del 50 per cento, garantisce nettamente migliori prospettive a coloro che potranno far ricorso a questa nuova tecnica: «Lo scompenso cardiaco è una delle patologie più diffuse, tanto che oggi si può parlare di una vera pandemia- spiega il responsabile della Cardiologia del Brotzu Maurizio Porcu – si tratta di una patologia che, nonostante i progressi nella terapia farmacologica e nella terapia elettrica, è ancora segnata da una prognosi sfavorevole. Le possibilità di trattare questa malattia in fase terminale sono sostanzialmente due: il trapianto cardiaco e l’assistenza meccanica. Ma per il trapianto di cuore il numero di organi disponibile è di gran lunga inferiore rispetto alle richieste, inoltre un numero limitato di pazienti non può essere candidato al trapianto per una serie di controindicazioni, per questo a una grossa quantità di pazienti non riusciamo ad offrire una soluzione. La pompa meccanica è sicuramente la terapia del futuro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA