Cantina Siddùra, 21 premi internazionali vinti negli ultimi 30 giorni. I vitigni autoctoni della Sardegna trionfano in Europa
Cantina Siddùra, 21 premi internazionali vinti negli ultimi 30 giorni. I vitigni autoctoni della Sardegna trionfano in Europa. Ventuno medaglie in un mese, quasi una medaglia al giorno. Siddùra continua a fregiarsi di grandi riconoscimenti in tutta Europa, con premi
Cantina Siddùra, 21 premi internazionali vinti negli ultimi 30 giorni. I vitigni autoctoni della Sardegna trionfano in Europa.
Ventuno medaglie in un mese, quasi una medaglia al giorno. Siddùra continua a fregiarsi di grandi riconoscimenti in tutta Europa, con premi che confermano la qualità dei suoi vini. Il mercato internazionale risponde al richiamo di medaglie che attestano il valore della produzione, il prestigio e la credibilità dell’azienda. Siddùra così continua a imporsi come la Cantina più premiata in Sardegna sui mercati internazionali. Da Francoforte a Bruxelles, passando per il Decanter, Bordeaux e International Wine Challenge, Siddùra comunica la qualità e il valore dei vitigni autoctoni della Sardegna.
Ad aprile Siddùra ha conquistato quattro medaglie al Frankfurt International Trophy: Gran medaglia d’oro per il passito Nùali, oro per Maìa e Tìros e argento per Fòla. Al Challenge International du vine di Bordeaux due medaglie: oro con Tìros e bronzo con Fòla. Questo mese, poi, Siddùra ha portato a casa una messe di medaglie. A partire dal Concours mondial de Bruxelles, in cui la cantina di Luogosanto ha vinto un oro con Tìros. Poi il concorso Decanter Awards 2017, nel quale Siddùra ha conquistato sei medaglie: tre argenti con Maìa, Spèra e Nùali; medaglie di bronzo con Bàcco, Fòla e Tìros. Dall’International Wine Challenge di Londra, infine, sono arrivate otto medaglie: tre argenti con Spèra, Bàcco e Tìros; cinque bronzi con Èrema, Fòla, Maìa, Bèru e Nùali.
«I premi ti danno la possibilità di dimostrare la vocazione del territorio per la viticoltura – spiega Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra – ci riteniamo soddisfatti per le medaglie vinte e per aver confermato la qualità e il valore dei vitigni autoctoni della Sardegna». L’Isola però si è rivelata particolarmente adatta anche alla coltivazione di grandissimi vitigni internazionali, come il Cabernet Sauvignon e il Sangiovese. «La differenza che si può riscontrare nella coltivazione di questi due vitigni in Sardegna risiede nel terroir – conferma Massimo Ruggero – infatti il nostro Tìros si differenzia da un classico Supertuscan per la maggiore mineralità, sapidità e acidità conferitagli dal vento, dalla vicinanza del mare e dal terreno a disfacimento granitico».
Nùali, il passito di moscato giallo ultimo nato in casa Siddùra, con la Gran medaglia d’oro vinta a Francoforte conferma un percorso di eccellenza che lo ha già posizionato in cima alle preferenze dei consumatori.
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