Ieri alla Mem ha avuto inizio la visita in Sardegna di Aleida Guevara, pediatra e attivista cubana, figlia di Ernesto Che Guevara. Aleida è ospite dell’Associazione Amicizia Italia Cuba che attraverso il Circolo Josè Marti, ha organizzato un breve tour tra oggi e domani con diverse tappe, all’ospedale di Isili con un incontro con il Comitato “Sanità Bene Comune” che lotta per evitare la chiusura dell’ospedale, ad Ales paese natale di Gramsci e a Ghilarza con l’Associazione Casa Museo Antonio Gramsci. Mentre domani ci sarà un incontro con i giovani studenti e i docenti del Siotto, curato da Francesco Lamonica dell’associazione ospitante e Francesco Ara coordinatore regionale Unione degli Studenti.
Aleida Guevara ha incontrato ieri il pubblico alla Mem e davanti a una numerosissima platea ha subito voluto mettere in chiaro che: «Mi presentano sempre come la figlia di Che Guevara, e io mi sento molto onorata di essere la figlia di un uomo così speciale, però oggi io sono una donna socialmente utile, perché mia madre mi ha cresciuto. Lei insegnò a tutti i figli a mantenere i piedi ben saldi a terra e accettare tutto quello che ci è stato dato per la nostra condizione, ma lasciar perdere tutto quello che non ci siamo guadagnati personalmente, questo è stato fondamentale per la nostra formazione, abbiamo l’onore e la fortuna di essere loro figli, però questo non fa di noi essere umani migliori o peggiori».

Aleida è una pediatra che mette in pratica l’insegnamento di suo padre, impegnandosi nella difesa del diritto alla salute dei bambini a Cuba e in generale nella salvaguardia dei diritti con missioni umanitarie anche all’estero. Com’è stato ricordato più volte nella serata di ieri, dalle università cubane escono i migliori medici del mondo, che partono alla volta di altri paesi dove c’è necessità di intervenire, alcuni paesi più ricchi pagano questi aiuti medici e Cuba può riutilizzare parte di quei soldi per inviare aiuti in paesi più poveri come racconta la dottoressa Guevara: «Questo è stato possibile con la missione ad Haiti ma, soprattutto quando negli ultimi tempi l’epidemia di Ebola si è diffusa in tutto il mondo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto aiuto ai medici cubani, e sento di dire con orgoglio che i nostri medici cubani sono riusciti a fermare questa malattia».
Nella sua professione di medico racconta avere un’esperienza diretta dei danni che provoca a Cuba il Bloqueo (embargo), che il governo statunitense ha imposto all’indomani della rivoluzione cubana. Occupandosi della salute dei bambini si è ritrovata spesso a non avere strumenti per poterli curare, perché per alcune patologie, le uniche cure che esistono al mondo, vengono prodotte esclusivamente dagli americani, e anche se Cuba ha i soldi per comprare questi strumenti di cura, le aziende americane non possono commerciare con Cuba perché verrebbero pesantemente sanzionate dal governo: «Il governo degli Stati Uniti ha imposto un blocco economico su Cuba, noi parliamo di embargo, ma in castigliano è molto chiara la differenza, embargo si potrebbe dire se il governo degli Stati Uniti non desidera negoziare con Cuba, è un suo diritto, lo devo rispettare, quello che è inammissibile e impossibile da accettare è che il governo degli Stati Uniti decida che nessun altro paese del mondo commerci liberamente con Cuba, questo è il Bloqueo, ed è per questo che Cuba lotta perche il Bloqueo venga ritirato, come si fa a negare a un bambino il diritto alla vita, a otto mesi o dieci mesi di vita non puoi essere un pericolo per nessuno».
Le parole di Aleida Guevara, oltre a restituire uno spaccato della Cuba di oggi, sono impregnate dello spirito del “Guerrillero Heroico” che non solo ha guidato il popolo di cubano durante la rivoluzione ma, è una figura storica che giganteggia nel ‘900 , esempio di altruismo e di sacrificio per generazioni, anche Aleida, che ha messo la sua professione a servizio della vita umana, ha come fonte di ispirazione l’insegnamento del padre e lo ricorda teneramente anche se quando è stato ucciso era molto piccola: «Ricordo molto poco perché ero molto piccola, la mia memoria è fatta di racconti delle persone che hanno vissuto con lui ma, ho un ricordo di mia madre nella camera da letto che teneva in braccio mio fratello appena nato, e mio padre con la divisa militare con la sua mano grande sta accarezzando in una maniera molto tenera la testa di mio fratello, io avevo solo quattro anni e mezzo ma, ricordo questa immagine come se fosse davanti ai miei occhi in questo momento, non so come faccio a ricordarlo ma, questo è l’ultimo ricordo che ho di mio padre».
Nel video Aleida Guevara parla di ugluaglianza e diritti umani: «Non importa che credo si professa e neanche quale ideologia l’importante è che tutti siamo esseri umani e abbiamo la necessità di vivere con dignità e questo bisogna conquistarlo».
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