Fastweb sbarca a Cagliari. Dopo l’acquisto di Tiscali Business per 45 milioni di euro portato a termine nello scorso dicembre, la società milanese di telecomunicazioni apre una delle sue 18 sedi italiane proprio nel capoluogo sardo, che si conferma ancora una volta una piccola Sylicon Valley. La sede è stata inaugurata questa mattina a Sa Illetta. Fastweb ingloberà 45 dipendenti Tiscali e si aggiudica i 265 clienti business della ormai controllata di Swisscom.

Consip ha dato anche il via libera perché Fastweb subentri a Tiscali nella fornitura dei servizi di connsessione alle pubbliche amministrazioni, gestita precedentemente proprio da Tiscali Business. Presenti all’inaugurazione della sede anche il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e l’assessora ai Servizi tecnologici del Comune di Cagliari Claudia Medda. «Fin dalla sua nascita, 18 anni fa – ha spiegato Roberto Biazzi, Chief Human Capital Officer dell’azienda -Fastweb si è distinta per la sua naturale propensione all’innovazione e per lo sviluppo di reti ed infrastrutture che hanno significativamente contribuito alla digitalizzazione del Paese attraverso collegamenti super veloci in fibra ottica alla rete Internet anche con Cagliari proseguiamo sulla strada dell’innovazione e della crescita, acquisendo e mantenendo sul territorio competenze e figure professionali altamente qualificate».

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.