Cenare in compagnia di Francisco Porcella, farsi raccontare le sue imprese migliori e ad alto tasso di adrenalina e godere della sua proverbiale simpatia: da oggi tutto questo è possibile grazie all’asta indetta da Charity Stars (link). Il campione sardo-hawaiano è pronto a svelarti tutti i suoi segreti, quelli che lo hanno reso sin da giovanissimo, uno dei surfer più abili e competitivi al mondo. A 18 anni ha cavalcato una delle onde più grandi. È stato nominato per ben due volte ai Billabong Xxl Big Wave Awards, ricevendo uno dei maggiori titoli di prestigio nella categoria delle “Grandi Onde” del surf. In questo modo è diventato il primo surfista italiano ad essere accettato in un contest così prestigioso.

La passione per le grandi onde ha portato Francisco Porcella a viaggiare in tutto il mondo, alla ricerca dell’onda perfetta e dell’occasione giusta per mettere alla prova anni di allenamenti e il suo talento: dalla Sardegna a New York, alle coste di Maui a quelle di Cabarete. Grazie a quest’asta si potrà avere l’occasione di conoscere una leggenda dello sport e di cenare con lui a Milano. Si potrà essere accompagnati da un amico e farsi raccontare dal campione stesso le emozioni che si provano a cavalcare le onde su una tavola da surf. La cena si terrà in una location esclusiva che sarà svelata solo al vincitore dell’asta. L’esperienza è riservata a 2 persone e si terrà a Milano in una data da concordare sulla base degli impegni di Francisco Porcella e del vincitore, tra il 23 e il 30 Maggio 2017. Spese di viaggio e trasporto non sono comprese nell’asta.

L’asta è stata organizzata a sostegno della Wave Sardegna, associazione culturale e sportiva senza scopo di lucro, che opera dal 1995 in Sardegna e in giro per il mondo organizzando eventi sportivi internazionali legati al windsurf, surf, kitesurf, stand up paddling. Oltre 70 eventi organizzati in 20 anni, convegni sul turismo e sull’ambiente ed ha svolto diversi stage gratuiti e beach clean up in collaborazione con l’associazione ambientalista Surfrider Europe.

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.