Borgo Sant’Elia, riqualificazione del campo sportivo. Previsto anche una club house e un’area giochi per bambini

Previsto il secondo intervento di riqualificazione dell’impianto sportivo del Vecchio Borgo Sant’Elia. È già stato realizzato un nuovo edificio spogliatoio di 217 metri quadri per un importo di 445.000 euro. Ora ci si appresta ad adeguare l’impianto per far sì
canale WhatsApp
Previsto il secondo intervento di riqualificazione dell’impianto sportivo del Vecchio Borgo Sant’Elia. È già stato realizzato un nuovo edificio spogliatoio di 217 metri quadri per un importo di 445.000 euro. Ora ci si appresta ad adeguare l’impianto per far sì che possa ospitare partite di campionato figc per campionati dilettanti. Una volta presentato il bando, i lavori potrebbero cominciare da questa estate e dovrebbero essere completati fra un anno circa. Si prevede l’allungamento e l’allargamento del campo esistente per realizzare un campo in erba artificiale di ultimissima generazione, un impianto di illuminazione artificiale, la recinzione al lato strade a al lato Lazzaretto, l’installazione di un sistema rigido di rete ferma palloni. L’importo a base d’asta è pari a 968mila euro più 30mila euro di oneri per la sicurezza.
Per prevenire atti vandalici, ci saranno dei guardiani preposti alla sorveglianza. Al fine di avvicinare i giovani allo sport come fattore di aggregazione sociale, si sta studiando la fattibilità di realizzazione di una una club house annessa all’area di fronte al mare. Ma per questo occorrerà attendere il nulla osta paesaggistico e urbanistico degli enti preposti. Al fine del completamento di tutto l’impianto, sarà fatta la bonifica e il recupero dell’area interessata, realizzati i sottoservizi e un impianto di illuminazione a led, una tribuna con una capienza di 196 posti con servizi igienici predisposti anche per disabili. «Cerchiamo di spendere bene i soldi pubblici per un’opera che duri nel tempo», ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici Gianni Chessa durante la conferenza stampa tenutasi al Lazzaretto. Si è pensato anche ai bambini, con un’apposita area giochi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sant’Elia, cala il sipario sul mercato civico: dopo 26 anni abbassa definitivamente le serrande

Ora resta la domanda: cosa succederà agli spazi lasciati vuoti? E soprattutto, quale futuro per i quartieri popolari, in una città che sembra trasformarsi sempre più in vetrina turistica, a scapito dei luoghi della vita quotidiana?
canale WhatsApp
Dopo oltre un quarto di secolo, il mercato civico di Sant’Elia abbassa definitivamente le serrande. Aperto l’8 dicembre 1998, era stato per anni un presidio di socialità e commercio, punto di incontro per residenti e commercianti di uno dei quartieri popolari più simbolici di Cagliari.
Negli ultimi tempi il mercato aveva perso progressivamente linfa vitale, fino a restare attivo con soli tre concessionari: due di loro hanno deciso di chiudere i box per sempre, mentre il terzo si trasferirà al mercato civico de Is Bingias a Pirri. La chiusura segna così la fine di una storia fatta di voci, profumi e quotidianità che per oltre vent’anni ha accompagnato la comunità.
L’addio al mercato ha suscitato amarezza e riflessione. «Oggi sono stato al mercato di Sant’Elia, è il suo ultimo giorno. Ho visto un mercato che chiude, che muore. O chiude tutta la città?» commenta Enrico Lobina, ex consigliere comunale e attivista cagliaritano. «Per tante cose non mi piace come è cambiata Cagliari e come sta cambiando. Di sicuro è una città non per chi ci abita e per chi ci vuole venire a vivere ed è una lavoratrice, un lavoratore, una giovane o un giovane. Però ci vedremo al prossimo bar che apre al centro, dove una birra costa 8 euro!»
Il mercato di Sant’Elia non era soltanto un luogo di acquisti: rappresentava una parte della memoria collettiva del quartiere, un microcosmo dove si intrecciavano storie di famiglie, piccole economie locali e relazioni di vicinato. La sua chiusura non è solo la fine di una struttura, ma un segnale più ampio del cambiamento urbanistico e sociale che attraversa Cagliari, sempre più segnata dal contrasto tra la spinta turistica e le necessità quotidiane dei residenti.
Ora resta la domanda: cosa succederà agli spazi lasciati vuoti? E soprattutto, quale futuro per i quartieri popolari, in una città che sembra trasformarsi sempre più in vetrina turistica, a scapito dei luoghi della vita quotidiana?

© RIPRODUZIONE RISERVATA