I sardi si confermano come un popolo di buon cuore: in crescita il volontariato

Cresce in Sardegna l’esercito del bene. I sardi si confermano un popolo ospitale e di buon cuore e, al di là del sentire comune, anche i numeri lo dimostrano. Nell’Isola le associazioni di volontariato censite superano le millesettecento: quattrocento in
Cresce in Sardegna l’esercito del bene. I sardi si confermano un popolo ospitale e di buon cuore e, al di là del sentire comune, anche i numeri lo dimostrano.
Nell’Isola le associazioni di volontariato censite superano le millesettecento: quattrocento in più rispetto a nove anni fa che possono contare su trentaduemila “soldati” armati solo della loro generosità. Una cifra per difetto: considerando anche i volontari saltuari e le persone retribuite dalle associazioni, alle quali vanno aggiunte le persone impegnate nel volontariato grazie alle quali si arriva addirittura a centottantremila. Sono i dati che emergono dell’analisi “Il Volontariato in Sardegna – Organizzazioni di volontariato nella rilevazione campionaria 2016: identità e processi”, promossa dal Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale e condotta dal ricercatore Renato Frisanco.
Secondo la ricerca, le associazioni hanno in media diciannove volontari, a cui però si devono aggiungere coloro che a volte contribuiscono all’operatività dei gruppi. Le organizzazioni di volontariato sono generalmente piccole: il 45% non ha più di 10 volontari (dato è rimasto invariato rispetto alla precedente ricerca). Il 45% delle organizzazioni opera nel territorio della provincia di Cagliari.
Ad essersi consolidate maggiormente in questi ultimi otto anni sono state soprattutto le organizzazioni di volontariato impegnate nel welfare, mentre fra le nuove associazioni la parte del leone spetta a quelle impegnate nell’ambito della partecipazione civica (cultura, ambiente, beni culturali, solidarietà internazionale).
Ma non è tutto rose e fiori, visto le difficoltà che le associazioni di volontariato devono affrontare. Sembra che l’ostacolo maggiore sia rappresentato ancora una volta dalla burocrazia e dal difficile dialogo fra le organizzazioni e le pubbliche amministrazioni.

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