A 100 giorni dall’elezione Trump rimpiange i tempi andati. “Pensavo fosse più facile. Ora il lavoro è aumentato”
Troppo lavoro, zero privacy, nessuna libertà e questioni troppo complesse da gestire. E’ questo il bilancio che emerge dalle dichiarazioni rilasciate alla Reuters per i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Un vero
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Troppo lavoro, zero privacy, nessuna libertà e questioni troppo complesse da gestire. E’ questo il bilancio che emerge dalle dichiarazioni rilasciate alla Reuters per i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Un vero e proprio sfogo durante il quale Trump mostra di non essere affatto felice della piega presa dalla sua vita in seguito all’elezione.
A pesare maggiormente la nostalgia per la sua vita da uomo “libero”. «Pensavo che fare il presidente fosse più facile. Amavo la mia vita precedente: avevo così tante cose da fare, ma attualmente ho più lavoro di prima, pensavo fosse più facile. Mi piace lavorare, ma effettivamente ora il lavoro è di più».
E a mancargli, oltre a possibilità semplici come quella di guidare una macchina la privacy. «Anche nella mia vita precedente ne avevo poca, perché come sapete sono stato famoso a lungo, ma davvero quella attuale è molta meno privacy di quanta ne abbia mai avuta. È qualcosa di davvero incredibile. Allo stesso tempo sei dentro al tuo stesso bozzolo perché c’è una tale quantità di protezione che davvero non puoi andare da nessuna parte».
Troppe e inattese poi le questioni da affrontare, come la questione della sanità, un argomento “incredibilmente articolato” che non si aspettava “potesse essere così complicata”.
Riguardo alle tensioni con la Corea del Nord, sempre più determinata a lottare contro il nemico americano, Trump ammette la «possibilità» che esploda “un grande, grande conflitto”. Anche in questo caso non si aspettava che la situazione avrebbe preso una piega così grave, ma ammette che la possibilità di una soluzione diplomatica sarebbe davvero molto difficile.
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Cagliari, il parco divertimenti Wonderland oggi aperto solo per le persone con disabilità e le loro famiglie

Il parco divertimenti di via San Simone ha aperto i cancelli esclusivamente per i soci ANMIC e le loro famiglie.
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Mentre il 2025 volge al termine, la città di Cagliari regala una delle sue immagini più belle: un parco divertimenti interamente dedicato all’accessibilità. Questa mattina, il Wonderland di via San Simone ha spento il rumore della quotidianità per accogliere i soci della sede provinciale ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) e le loro famiglie in un clima di totale sicurezza, leggerezza e inclusione.
Per alcune ore, le giostre e le attrazioni sono diventate lo scenario di un’esperienza collettiva dove la disabilità non è stata un limite, ma parte di una comunità in festa. Un’iniziativa che va oltre il semplice divertimento: per molti genitori e accompagnatori è stata una rara occasione di sollievo dalle sfide quotidiane.
«Iniziative come questa restituiscono dignità e leggerezza», commenta Fabrizio Rodin, Presidente provinciale ANMIC Cagliari eletto lo scorso ottobre. «La disabilità non deve coincidere con l’isolamento. Il nostro obiettivo è permettere alle persone di uscire di casa e slegarsi dalle difficoltà, migliorando concretamente la qualità della vita attraverso la socialità». La mattinata al Wonderland non è un evento isolato, ma il “gran finale” di un anno che ha visto l’ANMIC di Cagliari trasformarsi in un vero colosso del welfare territoriale.
Nel corso dell’anno, la sede di Cagliari ha dato vita a un calendario articolato di iniziative inclusive e accessibili: oltre 90 giornate di accesso al mare, più di 40 proiezioni cinematografiche accessibili, altrettanti incontri d’arte, 15 escursioni, 10 visite culturali, 20 settimane di attività motoria, 11 appuntamenti teatrali, oltre a seminari e presentazioni di libri. Attività che hanno contato complessivamente oltre 8.000 partecipazioni tra soci e nuclei familiari, testimoniando una partecipazione crescente e trasversale.
L’approccio di ANMIC Cagliari ha dimostrato che la tutela dei diritti deve camminare di pari passo con la cultura e lo sport. Con una crescita esponenziale dei soci e una presenza capillare che ora conta ben sei sportelli nel Sud Sardegna, l’Associazione si conferma un punto di riferimento imprescindibile.
«Il benessere è vita piena», conclude Rodin, guardando già alle sfide del prossimo anno. Il 2026 si apre infatti con l’obiettivo di consolidare questi traguardi, portando avanti l’idea che l’inclusione non sia un evento eccezionale, ma una pratica quotidiana da costruire insieme.
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