A 100 giorni dall’elezione Trump rimpiange i tempi andati. “Pensavo fosse più facile. Ora il lavoro è aumentato”
Troppo lavoro, zero privacy, nessuna libertà e questioni troppo complesse da gestire. E’ questo il bilancio che emerge dalle dichiarazioni rilasciate alla Reuters per i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Un vero
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Troppo lavoro, zero privacy, nessuna libertà e questioni troppo complesse da gestire. E’ questo il bilancio che emerge dalle dichiarazioni rilasciate alla Reuters per i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Un vero e proprio sfogo durante il quale Trump mostra di non essere affatto felice della piega presa dalla sua vita in seguito all’elezione.
A pesare maggiormente la nostalgia per la sua vita da uomo “libero”. «Pensavo che fare il presidente fosse più facile. Amavo la mia vita precedente: avevo così tante cose da fare, ma attualmente ho più lavoro di prima, pensavo fosse più facile. Mi piace lavorare, ma effettivamente ora il lavoro è di più».
E a mancargli, oltre a possibilità semplici come quella di guidare una macchina la privacy. «Anche nella mia vita precedente ne avevo poca, perché come sapete sono stato famoso a lungo, ma davvero quella attuale è molta meno privacy di quanta ne abbia mai avuta. È qualcosa di davvero incredibile. Allo stesso tempo sei dentro al tuo stesso bozzolo perché c’è una tale quantità di protezione che davvero non puoi andare da nessuna parte».
Troppe e inattese poi le questioni da affrontare, come la questione della sanità, un argomento “incredibilmente articolato” che non si aspettava “potesse essere così complicata”.
Riguardo alle tensioni con la Corea del Nord, sempre più determinata a lottare contro il nemico americano, Trump ammette la «possibilità» che esploda “un grande, grande conflitto”. Anche in questo caso non si aspettava che la situazione avrebbe preso una piega così grave, ma ammette che la possibilità di una soluzione diplomatica sarebbe davvero molto difficile.
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La fiamma olimpica illumina Cagliari: Dalia Kaddari, “I 200 metri più belli della mia vita”

Oggi la Fiamma Olimpica dei Giochi Invernali Milano-Cortina è arrivata a Cagliari, accolta da una folla entusiasta dal Poetto al centro città. A correre gli ultimi 200 metri sono state le tre campionesse sarde Dalia Kaddari, Francesca Zucca e Giulia Stagno, che hanno poi acceso il braciere sul palco di via Roma.
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Oggi la Fiamma Olimpica dei Giochi Invernali Milano-Cortina è arrivata a Cagliari, accolta da una folla entusiasta dal Poetto al centro città. A correre gli ultimi 200 metri sono state le tre campionesse sarde Dalia Kaddari, Francesca Zucca e Giulia Stagno, che hanno poi acceso il braciere sul palco di via Roma.
“Ho percorso i 200 metri più belli della mia vita”, ha dichiarato emozionata Dalia Kaddari, condividendo l’entusiasmo con tutti gli spettatori. La manifestazione, iniziata da viale Diaz, ha incluso anche attività sportive e inclusive con Millesport, Cagliari Calcio e BeAsOne, celebrando i valori dello sport e della comunità.
L’assessore allo Sport Giuseppe Macciotta ha sottolineato come il passaggio della Fiamma rappresenti “i valori fondamentali dello sport, dall’impegno agonistico all’inclusività”. Per il presidente del Consiglio comunale Marco Benucci, l’evento dimostra “quanto lo sport sia centrale nelle politiche della città”.
La giornata ha reso Cagliari protagonista del panorama sportivo nazionale, unendo la città intorno al simbolo più noto delle Olimpiadi e ai valori di pace, rispetto e speranza che esso rappresenta.
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