A 100 giorni dall’elezione Trump rimpiange i tempi andati. “Pensavo fosse più facile. Ora il lavoro è aumentato”
Troppo lavoro, zero privacy, nessuna libertà e questioni troppo complesse da gestire. E’ questo il bilancio che emerge dalle dichiarazioni rilasciate alla Reuters per i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Un vero
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Troppo lavoro, zero privacy, nessuna libertà e questioni troppo complesse da gestire. E’ questo il bilancio che emerge dalle dichiarazioni rilasciate alla Reuters per i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Un vero e proprio sfogo durante il quale Trump mostra di non essere affatto felice della piega presa dalla sua vita in seguito all’elezione.
A pesare maggiormente la nostalgia per la sua vita da uomo “libero”. «Pensavo che fare il presidente fosse più facile. Amavo la mia vita precedente: avevo così tante cose da fare, ma attualmente ho più lavoro di prima, pensavo fosse più facile. Mi piace lavorare, ma effettivamente ora il lavoro è di più».
E a mancargli, oltre a possibilità semplici come quella di guidare una macchina la privacy. «Anche nella mia vita precedente ne avevo poca, perché come sapete sono stato famoso a lungo, ma davvero quella attuale è molta meno privacy di quanta ne abbia mai avuta. È qualcosa di davvero incredibile. Allo stesso tempo sei dentro al tuo stesso bozzolo perché c’è una tale quantità di protezione che davvero non puoi andare da nessuna parte».
Troppe e inattese poi le questioni da affrontare, come la questione della sanità, un argomento “incredibilmente articolato” che non si aspettava “potesse essere così complicata”.
Riguardo alle tensioni con la Corea del Nord, sempre più determinata a lottare contro il nemico americano, Trump ammette la «possibilità» che esploda “un grande, grande conflitto”. Anche in questo caso non si aspettava che la situazione avrebbe preso una piega così grave, ma ammette che la possibilità di una soluzione diplomatica sarebbe davvero molto difficile.
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Svanita nel nulla sulla Sella del Diavolo: ripartono all’alba le ricerche di Martina Lattuca

Questa mattina le ricerche sono riprese all’alba, senza sosta e con la stessa determinazione.
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Non si fermano le ricerche di Martina Lattuca, la 49enne cagliaritana scomparsa ieri mattina nella zona di Calamosca. La donna è stata vista per l’ultima volta mentre, sotto la pioggia e con un ombrello in mano, imboccava il sentiero che porta verso la cima della Sella del Diavolo: un’immagine ripresa dalle telecamere delle Terrazze e divenuta ora l’unico punto fermo di una vicenda avvolta nell’incertezza.
L’allarme è scattato nel pomeriggio di ieri, quando il compagno, non vedendola rientrare a casa, ha chiesto aiuto. Da quel momento si è messa in moto una macchina dei soccorsi imponente: Guardia Costiera con la motovedetta CP 320, Vigili del fuoco con sommozzatori e unità cinofile, e Soccorso Alpino con i droni che hanno sorvolato l’intera area fino al calare della notte.
Le squadre hanno battuto ogni metro del promontorio e delle zone circostanti, ma finora non è stato trovato alcun indizio che possa far risalire ai movimenti successivi della donna. Questa mattina le ricerche sono riprese all’alba, senza sosta e con la stessa determinazione: l’obiettivo è non lasciare alcuna zona inesplorata, nella speranza di ritrovare la donna.
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