Incredibile vittoria della Dinamo Sassari che si prende di forza la vittoria al PalaRuffini di Torino vincendo per 87-79 una gara che pareva andare a favore dei padroni di casa. Infatti nei primi due quarti, i piemontesi si sono imposti in attacco portando in dote il proprio vivace ritmo senza che i sassaresi potessero far nulla per contrastarli. Al rientro dall’intervallo si è accesa una partita diversa: in particolare Savanovic, Stipcevic e Lawal hanno fatto a fettine la formazione avversaria girando a proprio favore ogni singola azione, e tenendo in scacco ogni possibile recupero. Vittoria straordinaria quanto fondamentale che consente di consolidare il quarto posto in classifica.

Pasquini presenta ancora Lydeka, Sacchetti, Lighty, D’Ercole e Bell in quintetto certo che potranno avere l’approccio giusto alla partita. Approccio che avviene coi soliti giochi dentro l’area a cercare e trovare le mani sicure di Lydeka: quattro punti iniziali e vantaggio. DJ White risponde per le rime, seguito da Okeke per il 12-6 iniziale a favore dei padroni di casa che dimostrano maggiore consapevolezza in ogni parte del campo. Si susseguono le palle perse come le azioni favorevoli ai padroni di casa, con Wilson che sigla il + 8, rintuzzato temporaneamente da Lawal prima che Alibegovic e Wilson sparino a salve assieme a Carter: l’ala sassarese mette dentro tre triple di fila dimostrandosi una goccia in mezzo all’oceano di una Dinamo un po’ spenta in attacco. Torino invece c’è e bombarda da par suo: bombe di Alibegovic e Mazzola, segnano ancora White e Wilson, così come Poeta segnando un distacco importante sul +12. Sassari non c’è, si perde in attacco ed in difesa, rischia di non reggere tantissimo le folate in maglia gialla. E gli ultimi secondi prima del riposo sono il chiaro sintomo di qualcosa che non va: Parente e Alibegovic approfittano gli stupidi falli di Lighty e Lawal per allungare sul 49-32.

Dentro Lydeka, Savanovic, Carter. Stipcevic e Bell in campo nel terzo quarto. Segnano Wilson e Stipcevic, ma è soprattutto il giocatore torinese ad imporsi contro la fragile difesa sassarese e firmare il 55-34. Tripla di Bell dal nulla, Savanovic stoppa finalmente White, Bell risponde a Wilson dando un po’ di fiducia alla Dinamo. Carter non riesce proprio a fermare il tarantolato Wilson, Savanovic si prende la retina per due volte mentre White lo batte dall’altra parte. 2 + 1 per Lydeka nell’attacco al canestro, Stipcevic sbaglia per due volte la tripla dall’angolo ma Bell e Savanovic danno spettacolo raggiungendo il 51-61. È una Dinamo in esaltazione visto che Bell mette una nuova tripla facendo sussultare i tifosi biancoblù giunti dalla Sardegna, solo 1/2 di Sacchetti dalla lunetta ma scrive il – 4 che solo dieci minuti prima pareva impossibile. Stipcevic pareggia sul 63-63 coronando un parziale di 15-2, la difesa sassarese regge per diversi minuti finché Poeta non pesca dal cilindro un canestro fondamentale per i suoi. Segna dalla media Lighty, tripla di Sacchetti e Alibegovic trova un numero straordinario in penetrazione. Lawal schiaccia per due volte tagliando la difesa torinese grazie a Stipcevic, Wilson si prende una gran tripla ma c’è l’ennesima schiacciata di Lawal peril 79-72! Quattro punti per Harvey, Lawal corregge un errore di Stipcevic al tiro, tripla ancora di Wilson che non molla! Bell e Stipcevic provano a far correre di nuovo la Dinamo, ed è la corsa giusta perché dà la vittoria finale dalla lunetta per 87-79.

Tabellino.
Fiat Torino 79 -Dinamo Sassari 87

Parziali: 19-14; 30-18; 14-27; 16-28.

Fiat Torino. Wilson 20, Harvey 8, White 18, Parente2, Alibegovic 11, Poeta 8, Cuccarolo, Hollins 3, Okeke 6, Mazzola 3, Vitale, Crespi. All. Frank Vitucci

Dinamo Sassari. Bell 15, Devecchi , D’Ercole, Sacchetti 6, Lydeka 9, Savanovic 12, Carter 11, Stipcevic 10, Lawal 17, Lighty 7, Ebeling, Monaldi . All. Federico Pasquini.

Nel territorio comunale di Iglesias si apre Is Cungiaus, il più grande scavo a cielo aperto della Sardegna. Una voragine enorme che si estende su circa 10 ettari e che, tra il 1867 e i primi decenni del ‘900, ha visto l’estrazione di oltre un milione di metri cubi di roccia ricca di calamina, il minerale dal quale si estrae lo zinco.

Foto Denise Diana

La scoperta del deposito di calamine limonitiche sulla collina Monteponi segnò l’inizio di una fase cruciale per l’industria mineraria sarda. Per trattare il minerale e aumentarne il contenuto utile di zinco e ferro, furono realizzati batterie di forni a tino, generalmente disposti a gruppi di tre.

Foto Denise Diana

Questi forni, costruiti in pietrame con pianta quadra esterna e sezione trapezoidale, presentavano una camera di combustione interna a sezione conica: il minerale e il combustibile venivano inseriti dall’alto, mentre il calcinato si raccoglieva sotto la griglia.

Foto Denise Diana

Nel 1869 erano già tredici i forni operativi a Monteponi, una tipologia di impianto che sarebbe evoluta nel tempo in forni a riverbero, poi cilindrici a rotazione continua tipo Oxland e, successivamente, nella tecnologia Waelz.

Foto Denise Diana

Presso il sito di Is Cungiaus è ancora conservata una batteria di tre forni, mentre altri tre, più sofisticati nella costruzione, si trovano nella zona centrale dell’area industriale, sopra i locali oggi destinati all’Archivio Storico Minerario. Questi ultimi, negli anni Venti-Trenta, furono parzialmente obliterati per realizzare la Fonderia Bronzi e gli spazi di supporto alla Fonderia Ghisa.

Foto Denise Diana

Is Cungiaus non è solo un imponente scavo minerario: è un patrimonio industriale e architettonico che racconta la storia della Sardegna, dell’ingegno umano e della lunga epopea dell’estrazione mineraria dell’isola. Un luogo dove il passato della lavorazione del minerale si fonde con la monumentalità del paesaggio.