C’è grande attesa nelle sale della Sardegna, ma anche dell’Italia per “L’Accabadora“, il film del regista Enrico Pau che racconta una figura mitico-storica della Sardegna, colei che nelle piccole comunità rurali somministrava la dolce morte.

Il film, che narra di un suicidio assistito ante litteram, esce in questi giorni in cui in parlamento si discute sulla legge sul biotestamento ed assume quindi un significato ancora più profondo. Tra gli interpreti Donatella Finocchiaro, Barry Ward, Carolina Crescentini, Sara Serraiocco e Anita Kravos. La sceneggiatura scritta da Enrico Pau e Antonia Iaccarino racconta di una Cagliari del dopoguerra che cerca di risollevarsi dopo essere stata messa in ginocchio dai bombardamenti del 1943. In questo scenario si trasferisce la protagonista, Annetta “l’accabadora”, interpretata da Donatella Finocchiaro, una donna misteriosa originaria di un paesino della Sardegna e arrivata in città in cerca della sua nipotina. Avvolta nel suo mantello nero (disegnato dallo stilista algherese Antonio Marras), la donna somministra la dolce morte ai moribondi che ne fanno richiesta.

«Ho voluto affrontare il tema dell’eutanasia, con elementi legati al mito di questa figura e di comunità rurali antiche che avevano rispetto per la dignità del malato. Lo sfondo è il mondo rurale sardo da una parte per cui è stata scelta Collinas, senza però mai citarla, è come un luogo fuori dallo spazio e una Cagliari sconvolta dalla guerra dall’altra, durante i bombardamenti del 1943, un omaggio alla mia città. E c’è anche un omaggio a Sant’Efisio, con la processione per cui abbiamo anche ricostruito il simulacro». Questo il pensiero dell’autore in un’intervista rilasciata a Vistanet il 15 aprile.

Enrico Pau dirige Donatella Finocchiaro nel film “L’accabadora”

Il film, presentato questa mattina al cinema Odissea di Cagliari sarà in tutte le sale a partire da domani sera 20 marzo.

Signori e signore il panda quartese di Natale è tornato. Ma se pensavate che uno fosse abbastanza (o forse già troppo) vi siete sbagliati di grosso, perché l’amministrazione comunale quest’anno ha deciso di fare le cose in grande, ampliando l’installazione luminosa.

Foto di Giosuè Moi dal Gruppo FB Quartu e dintorni, con i suoi problemi e soluzioni

Accanto al panda ormai “storico”, collocato come sempre nella rotonda tra viale Marconi e viale Colombo e già famoso per la sua colorazione non proprio candida – effetto collaterale del traffico cittadino – è comparso un secondo elemento: un mini panda. Un figlio? Un cugino? Un amico? Un semplice compagno scenico? Al momento non è dato saperlo e forse non è neanche il caso di indagare oltre.

Quel che è certo è che la coppia di animali luminosi he strizza l’occhio all’estremo oriente, costituisce un nuovo capitolo dell’ormai tradizionale installazione natalizia all’ingresso di Quartu, diventata nel tempo un simbolo pop locale e un piccolo caso social. Ora insomma non ci resta che ammirare l’opera avanguardistica a ingresso città perché volente o nolente, l’installazione continua a catturare l’attenzione: e quest’anno, con il suo inatteso raddoppio, promette di far parlare ancora di sé.

Foto di Giosuè Moi dal gruppo FB “Quartu e dintorni, con i suoi problemi e soluzioni”.