Guerra dei decibel: “Lavoro di notte, anche io esisto”, l’amaro sfogo di un ristoratore

Emanuele Frongia non ha neanche 40 anni, ma da ben 23 lavora nel commercio, in particolare nella ristorazione e nei locali notturni. Al rischio che in un futuro molto prossimo dovrà privarsi di servire i clienti nei tavolini esterni dei
Emanuele Frongia non ha neanche 40 anni, ma da ben 23 lavora nel commercio, in particolare nella ristorazione e nei locali notturni. Al rischio che in un futuro molto prossimo dovrà privarsi di servire i clienti nei tavolini esterni dei suoi locali non ci sta. Insieme ad alcuni soci ha messo su ben tre locali in centro, tra il corso Vittorio Emanuele e piazza Yenne, frequentati da centinaia di cagliaritani e in cui lavorano decine di giovani. Fin da subito si è esposto pubblicamente affinché le indicazioni sulla limitazione oraria per i locali notturni emerse dal tavolo tecnico tra Comune e Regione non diventino realtà.
«Sono un commerciante, lo sono da 11 anni e lavoro nel mio settore da quando ho 14 anni, ben 23 anni – scrive in un post su un noto gruppo di discussione su Facebook – Mi sono laureato, non ho trovato lavoro e sono tornato a fare il commerciante. In questi giorni si discute se e come fare il mio lavoro, anche se sono sempre stato all’interno delle regole, anche se non ho mai creato problemi né disagi, anche se ho dato lavoro ed aiutato questa città a crescere. Vi chiedo quale è il senso di tutto ciò? Laddove i criminali o potenziali, sono protetti perché non possano delinquere ulteriormente, laddove spesso ragioni industriali distruggono l’isola e rovinano per sempre il futuro di generazioni, ecco mi chiedo, perché non vedete tutti la buffonata che sta avvenendo in questi giorni? Domani probabilmente avremo una città meno ricca, meno giovane, meno viva. Perdonate non trovo il senso. Sono un commerciante, lavoro di notte, anche io esisto».
Lo sfogo sembra essere direttamente indirizzato a chi da anni battaglia affinché nei quartieri del centro storico di Cagliari viga il silenzio durante la notte. Notizia di ieri la clamorosa quanto inaspettata richiesta di commissariamento per il comune di Cagliari inoltrata dal comitato “Rumore, no grazie” al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru.
Per il 29 aprile intanto Frongia ha organizzato l’incontro pubblico “Cagliari 3.0 – Non spegniamo Cagliari”, un incontro aperto a operatori, residenti, cittadini e amministratori per trovare un’idea che riesca a trovare una soluzione tramite un bel lavoro di confronto tra le varie posizioni.
Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Fonni, il più alto dell’Isola, tra boschi e montagne

Fonni, borgo dalle radici antiche che affondano nel cuore della Barbagia, è il paese che tocca il cielo della Sardegna, adagiato a mille metri d’altitudine sulle pendici del massiccio del Gennargentu, dove la natura domina incontrastata e l’aria porta con sé il profumo dei boschi secolari, della neve invernale e delle leggende che abitano da secoli queste montagne.
Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Fonni, il più alto dell’Isola, tra boschi e montagne.
Fonni, borgo dalle radici antiche che affondano nel cuore della Barbagia, è il paese che tocca il cielo della Sardegna, adagiato a mille metri d’altitudine sulle pendici del massiccio del Gennargentu, dove la natura domina incontrastata e l’aria porta con sé il profumo dei boschi secolari, della neve invernale e delle leggende che abitano da secoli queste montagne.
È il borgo più alto dell’Isola, al centro geografico e simbolico della Sardegna, incastonato tra foreste fitte di roverelle, percorsi naturalistici mozzafiato e silenzi antichi. Qui la montagna è identità: non solo meta sciistica – grazie agli impianti che portano fino alle cime di Spada e Bruncu Spina – ma vero e proprio stile di vita, che traspare nei ritmi lenti, nelle case coperte da scandulas, nei volti fieri della gente, nel passo sicuro dei pastori e nelle storie che si tramandano nei viottoli acciottolati.
Grazia Deledda, la più grande voce letteraria dell’Isola, lo descrisse con parole scolpite nel tempo nel romanzo Cenere: “Un orizzonte favoloso circonda il villaggio: le alte montagne del Gennargentu, dalle vette luminose quasi profilate d’argento, dominano le grandi valli della Barbagia, che salgono, immense conchiglie grigie e verdi, fino alle creste ove Fonni, con le sue case di scheggia e i suoi viottoli di pietra, sfida i venti e i fulmini”. Una fotografia potente, ancora vera, che restituisce la forza suggestiva di questo paese di quattromila anime, oggi centro vitale della Barbagia di Ollolai.
Fonni è un luogo che sa mutare volto con le stagioni: candido e silenzioso d’inverno, con nevicate che tingono di magia le sue cime e le sue vie; colorato e vivo in primavera ed estate, quando le foreste si animano di genziane, peonie, rose canine e fiori purpurei, e diventano teatro di lunghi trekking, escursioni a cavallo e cammini tra sorgenti e santuari naturalistici. La fauna selvatica qui è regina, e in alcune riserve si possono ammirare specie rare, protette in ambienti intatti. Non a caso, proprio da queste terre nasce il celebre pastore fonnese, razza forte e coraggiosa, allevata da secoli per la custodia delle greggi e delle proprietà.
Passeggiare per i rioni storici significa entrare in un mondo autentico: tra i murales che raccontano storie di lavoro, fede e quotidianità, le case di pietra coperta da scandulas e le corti che si aprono durante l’autunno per l’appuntamento con Autunno in Barbagia, uno degli eventi più suggestivi dell’intera Sardegna. Il centro storico custodisce veri gioielli: la chiesa di San Giovanni Battista, splendido esempio di architettura tardogotica; la basilica della Vergine dei Martiri, un complesso che include convento francescano, oratorio di San Michele e un santuario sotterraneo; la chiesa del Rosario, Santa Croce e il santuario della Madonna del Monte, luoghi carichi di devozione popolare.
Nel cuore del paese, il Museo della Cultura Pastorale, ospitato in un’antica dimora ottocentesca, restituisce la vita agro-pastorale di un tempo, con oggetti, suoni e testimonianze che raccontano la profondità di un’identità collettiva mai smarrita. E poi ci sono le tradizioni: quelle dolciarie, con i savoiardi di Fonni famosi in tutta la Sardegna; quelle popolari, con il carnevale che mette in scena le maschere inquietanti e ancestrali di Urthos e Buttudos; quelle sportive, con il Palio dei Comuni che accende l’estate a inizio agosto.
A pochi chilometri dal paese si trova uno dei tesori archeologici più affascinanti dell’Isola: il complesso nuragico di Gremanu, immerso in un fitto bosco e testimone di un’ingegneria idraulica straordinaria. È l’unico acquedotto nuragico conosciuto in Sardegna, collegato alla necropoli di Madau, con le sue tombe di Giganti dalla forma taurina. Databile tra il XV e il IX secolo a.C., il sito presenta templi, recinti sacri, capanne e un sofisticato sistema di canalizzazione delle acque sorgive, costruito in basalto, calcare e trachite, con effetti cromatici che testimoniano la raffinatezza dei nuragici.
Fonni non è solo un luogo da visitare: è un luogo da ascoltare, da respirare, da vivere con lentezza e rispetto, perché ogni angolo racconta un frammento dell’anima più vera della Sardegna.

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