Pena di morte. Medicinali in scadenza: in Arkansas sette esecuzioni in 11 giorni
Sette esecuzioni in 11 giorni: il 17 aprile, in Arkansas, sette carcerati del braccio della morte saranno giustiziati. Le motivazioni di tanta fretta? La data di scadenza del Madapolam, medicinale utilizzato per la sedazione dei condannati, che ha spinto il
Sette esecuzioni in 11 giorni: il 17 aprile, in Arkansas, sette carcerati del braccio della morte saranno giustiziati.
Le motivazioni di tanta fretta? La data di scadenza del Madapolam, medicinale utilizzato per la sedazione dei condannati, che ha spinto il governatore repubblicano Asa Hutchinson ad accelerare il processo per evitare che i costosi sedativi finiscano nel rifiuti.
Le esecuzioni dovrebbero iniziare il 17 aprile e la battaglia degli avvocati che rappresentano i sette condannati a morte per provare a fermare le condanne non ha impietosito il governatore, determinato a consumare la partita di medicinali entro la scadenza, a fine aprile.
Se la richiesta del team legale non dovesse essere accolta, i primi due condannati a essere giustiziati saranno Don Davis e Bruce Ward. Tre giorni dopo toccherà a Stacey Johnson e Ledell Lee, seguiti il 24 aprile da Marcel Williams e Jack Jones. Kenneth Williams sarà l’ultimo, il 27 aprile.
Se il progetto sarà realizzato, lo Stato dell’Arkansas si guadagnerà il triste primato del più elevato numero di esecuzioni in un periodo così ristretto dagli anni Settanta.
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Santo Stefano: perché è così importante al punto che lo si festeggia il giorno dopo Natale?
Raffigurato con la palma e la pietra, simboli del suo martirio, Santo Stefano è il primo martire cristiano. Ma sapete perché lo si festeggia a ridosso del Natale?
Natale e Santo Stefano, un binomio inscindibile. Eh sì, perché la celebrazione del Natale prosegue per tutti, ma forse con meno enfasi, il 26 dicembre con la giornata dedicata al primo martire cristiano: Santo Stefano Protomartire, appunto. In Italia dal 1947, in Germania, Austria, Romania, Città del Vaticano, Croazia, Danimarca, Irlanda, San Marino e Svizzera italiana questo giorno è un vero e proprio giorno di festa al pari del Natale. Ma perché questo giorno così vicino al Natale è dedicato ad un santo festeggiato quasi quanto Gesù? La risposta è semplice.
Santo Stefano, come lo stesso San Giovanni Evangelista, è considerato dalla Chiesa cattolica un “comites christi”, una persona cioè che è stata molto vicina a Gesù durante la sua permanenza terrena e che fu tra le prime a dare prova della sua fedeltà a Cristo con il martirio. Se il 26 dicembre, infatti, spetta a Santo Stefano essere celebrato, il 27 è il turno di San Giovanni Evangelista, seguito il 28 dai Santi Innocenti, bambini uccisi da Erode nel tentativo di uccidere anche Gesù Bambino.
Molto venerato dalla Chiesa cattolica, Santo Stefano fu uno dei primi giudei a diventare cristiano e divenne il primo diacono di Gerusalemme. Sebbene il suo nome abbia origini greche (Stefano, in greco significa “coronato o portatore di corona”, ndr), non si è certi se le sue origini siano altrettanto greche. La sua storia è ricca di fascino: uomo di cultura e saggezza, Stefano pervaso dalla fede iniziò a seguire gli Apostoli e in seguito alle sue predicazioni, molti ebrei si convertirono. Proprio per questo, fu accusato di blasfemia dal Sinedrio e morì lapidato nel 34. Viene sempre raffigurato con in mano la palma del martirio e una pietra.
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