Cosa ci fa quella bottiglia di plastica modificata in via Langhe, nel popolare quartiere di San Michele? Possibile che l’abitudine di fumare crack stia prendendo piede anche a Cagliari? Stando alla testimonianza fotografica di un lettore, che ha immortalato la bottiglia in una zona degradata della città dove tra rifiuti e cumuli di macerie si ritrovano i tossicodipendenti, questa pericolosissima pratica è una realtà.

Il crack, chiamato anche Base, è un prodotto della cocaina  facilmente accessibile a tutti, anche ai più giovani per il suo costo relativamente contenuto. A fronte di questa facile reperibilità sul mercato è decisamente più pericolosa della stessa cocaina. Non solo  induce rapidamente la dipendenza ma aumenta anche i rischi di una overdose. Basta questa per far scattare l’allarme crack in città? Forse no, ma quella foto non è certo un segnale da sottovalutare.

Durante un servizio di routine svolto nella serata del 29 marzo e finalizzato al contrasto della detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, i militari del nucleo operativo e radiomobile hanno tratto in arresto Michele Etzi, classe 1997.

All’arresto si è giunti in seguito a un’attività di raccolta informativa e in seguito all’osservazione di alcune dinamiche all’interno del complesso popolare sito nel locale Santa Gilla: nel quartiere era, infatti, costante il flusso di giovani che si avvicinavano per acquistare la droga.

L’intervento, avvenuto poco prima della mezzanotte, ha fatto sì che i militari, con l’ausilio del cane Indio, cogliessero sul fatto lo spacciatore, che non ha opposto alcuna resistenza e ha lasciato che si procedesse con la perquisizione personale e dell’abitazione.

In casa i carabinieri hanno trovato 200 grammi di cocaina, marijuana e hascish, 400 euro e il materiale utilizzato per la suddivisione della sostanza e per il suo confezionamento.

Il ragazzo, condotto in camera di sicurezza è attualmente in attesa del rito direttissimo.