Si avvicina la Pasqua ed entrano nel vivo i riti della Settimana Santa che celebrano la Passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. Questa mattina, nell’Aula consiliare del Municipio di via Roma, è stato presentato dai rappresentanti delle confraternite di Cagliari il folto calendario degli eventi che si svolgeranno da domani , venerdì 7 a domenica 23.

Rappresentazioni, riti e processioni che attraverseranno le principali vie di Villanova, Stampace e Marina ma anche Pirri. Si comincia domani 7 aprile con la processione per la passione di Cristo, con partenza da piazza San Giacomo alle 16 e organizzata dall’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso. Domenica delle Palme, 9 aprile, ad opera dell’arciconfraternita della Vergine della Solitudine, la rimozione del simulacro dell’Addolorata (ore 10) , il “discendimento” del simulacro del Cristo (ore 12) e alle 15 la vestizione del simulacro dell’Addolorata. Il 15 aprile (vigilia di Pasqua) , in Cattedrale ci sarà il solenne rito di “Su Scravamentu”. Martedì 11, ad opera della congregazione degli Artieri di San Michele, si svolgerà la processione dei Misteri con partenza dalla chiesa di San Michele alle 15:30.

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Una tradizione antica alla quale i cagliaritani sono sempre stati molto legati . «L’appello è rivolto principalmente ai giovani affinché possano riavvicinarsi a questi riti – dice Giuseppe Spiga, segretario del comitato di Santa Maria Chiara Pirri – C’è bisogno di un ricambio generazionale».

Il sindaco Massimo Zedda ha ribadito quanto sia importante la valorizzazione di questi riti e tradizioni secolari che «costituiscono il patrimonio storico non solo della nostra città ma di tutta la Sardegna».

Alla presentazione alla stampa erano presenti anche l’assessore alla Cultura Paolo Frau, il presidente del Consiglio comunale Guido Portoghese e il presidente della Municipalità di Pirri Paolo Secci.

Come si chiama il riso in sardo e da dove deriva questa parola?

Riso: un tesoro gastronomico della Sardegna e le sue origini linguistiche. Come si dice riso in sardo campidanese?

Il riso, un alimento dalle mille potenzialità culinarie, trova terreno fertile anche in Sardegna, dove le pianure accolgono con entusiasmo la sua coltivazione. Non è solo un ingrediente versatile, ma è diventato uno dei cibi più amati dagli isolani, soprattutto in un’epoca in cui le persone cercano alternative alla pasta, spesso considerata meno digeribile. Ma cosa si cela dietro al termine riso in sardo? In Campidano, il riso è conosciuto come arrosu, o in alcune varianti colloquiali rosu.

Ma le curiosità non finiscono qui: l’origine di questa parola affonda le radici nella lingua spagnola, precisamente nel termine arròz. Un dettaglio affascinante è che questa parola non si limita a designare solo il cereale; infatti, arròz può anche riferirsi alla brina, quel sottile strato ghiacciato che ricopre la natura al mattino. Nella parlata sarda, arrosu mascu rappresenta proprio la brina ghiacciata, un sinonimo poetico che evoca immagini di paesaggi incantati. In questo modo, il riso non è solo un semplice alimento, ma un legame culturale che unisce tradizioni e linguaggio in un perfetto connubio di sapori e significati.