“5 cose da sapere se invitate a cena un sardo”, i consigli de Il giornale del cibo
«Ospitale, tranquillo, di buona compagnia, incline al consumo alcolico e forchetta dalla discreta resistenza. Le più comuni etichette che accompagnano i sardi finiscono là dove tutto, spesso, comincia: a tavola». Così inizia un divertente articolo del bellissimo blog di cucina
«Ospitale, tranquillo, di buona compagnia, incline al consumo alcolico e forchetta dalla discreta resistenza. Le più comuni etichette che accompagnano i sardi finiscono là dove tutto, spesso, comincia: a tavola». Così inizia un divertente articolo del bellissimo blog di cucina “Il giornale del cibo”, scritto da Renzo Sanna, sardo emigrato a Bologna, il 23 febbraio.
I consigli sono pochi, 5, ma da seguire con assoluto rigore per assicurare a un sardo la cena perfetta. Si sa, siamo gente semplice, ma ci teniamo molto alle nostre tradizioni…Occhio a non tradirle!
Ecco le cinque cose da sapere secondo Il giornale del cibo:
La lingua: meglio non avventurarsi
Non parlare sardo ai sardi, rischieresti di sembrare ridicolo. «Se ospiterete contemporaneamente un gallurese e un ogliastrino, per dire, o un algherese e un sulcitano – scrive il blog – non fateli parlare tra di loro nella loro lingua: con tutta probabilità non si capiranno»;
Il re della tavola
Per accontentare un sardo senza strafare, secondo Il giornale del cibo, «basterà un primo classico e diffuso ovunque (con nomi e fogge diverse a seconda della zona, ovviamente: malloreddus, maccarrones cravaos, ciggioni, chiusoni): gli gnocchetti con sugo a base di salsiccia e, possibilmente, zafferano. Una cosa leggerina, insomma, che mai e poi mai, però, potrebbe risolvere una cena. Come nel caso dell’invito a cena di un calabrese, i banchetti non sono delle semplici sessioni attorno a una tavola imbandita: sono delle maratone».
Il pesce, questo sconosciuto
La cucina di mare è predominante solo in alcune zone dell’isola. «Vallo a spiegare a un algherese o a un olbiese o a un cagliaritano, che il pesce lo cucinano, e molto bene – si legge – ma se nell’elenco dei piatti tradizionali le delizie del mare sono presenti in percentuale ridotta un motivo ci sarà. Diciamo che un bel piatto di gamberoni arrosto metterà tutti d’accordo, così come una spaghettata con la bottarga (che non è solo sarda, ma nell’isola è molto diffusa) o un pesce al forno. I più arditi potranno cimentarsi con la fregula cun cocciula».
L’Ichnusa
Dagli una birra e lo farai felice. Ma dagli quella giusta. «Nell’isola – racconta l’articolo – si beve il doppio della birra mediamente consumata in Italia e il merito è tutto di questa lager leggera e amarognola, in tanti paesi l’unica marca disponibile nei bar. E siccome il sardo, anche quello più informato, è orgoglioso e testardo, una bottiglia di Ichnusa bella fresca non gli dispiacerà».
E per concludere
«Un mirto rosso e non si cade nell’ovvio. Ma sì, anche quello più commerciale: un po’ di freezer e le papille apprezzeranno. Certo, fatto in casa sarebbe il massimo, ma trovare bacche di mirto non è impresa semplice». Per concludere alla grande un pasto al sardo non può mancare un buon liquore. Il suo ovviamente.
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