Gettare il cuore oltre l’ostacolo. Un proverbio il più delle volte, una verità di tanto in tanto. Chiara, la ragazza di 24 anni che si è innamorata di uno sconosciuto in partenza per Alghero dall’aeroporto di Pisa, lo ha fatto e in qualche modo sta ricevendo la sua ricompensa.

Sabato scorso la sua richiesta insolita al sindaco di Alghero Mario Bruno è finita su tutti i principali quotidiani italiani. «Caro sindaco lei non mi conosce, ma potrebbe aiutarmi a trovare l’uomo di cui mi sono innamorata?», così in una lettera Chiara aveva scritto al primo cittadino di Alghero.

Ebbene, Alessandro si è palesato e anche lui ha “usato” Mario Bruno come tramite. «Salve sindaco, le scrivo riguardo l’annuncio relativo al post di Chiara, che parla del suo innamoramento in aeroporto – dice il giovane al sindaco – credo di essere il fantomatico Alessandro della sua storia, mi piacerebbe molto se ci potesse mettere in contatto».

Un, due e tre e Mario Bruno Cupido lo diventa davvero. I due infatti sono già in contatto grazie alla “freccia” da lui scoccata. Sono entrambi single, si sono già scambiati delle foto e pare si piacciano. Insomma, Chiara alla fine aveva ragione. Chissà che un giorno non lontano il suo Alessandro non le chieda di sposarla proprio sul lungomare di Alghero. In quel caso per loro le porte del Municipio della città catalana saranno senza dubbio spalancate e ad aprirgliele non potrà che essere il loro “Cupido” Mario Bruno.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.