Carceri sarde sovraffollate, Socialismo diritti e riforme: “Condizioni critiche dei detenuti non possono rimanere inascoltate”

Le carceri sarde sono piene, anzi pienissime. La denuncia arriva da Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo diritti e riforme”. Alcuni istituti giudiziari si possono considerare sovraffollati, altri registrano presenze comunque al di sopra della propria capienza massima. Il caso
Le carceri sarde sono piene, anzi pienissime. La denuncia arriva da Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo diritti e riforme”. Alcuni istituti giudiziari si possono considerare sovraffollati, altri registrano presenze comunque al di sopra della propria capienza massima.
Il caso limite riguarda la casa circondariale di Isili con 154 detenuti a fronte di 111 posti disponibili. A Lanusei, nell’istituto circondariale “San Daniele”, i reclusi sono 45, ma la capienza massima sarebbe di 33. Problemi non mancano a Tempio Pausania (181 detenuti in alta sicurezza per 167 posti), a Uta dove c’è un surplus di 21 detenuti (588 contro i 567 previsti), a Sassari e a Oristano dove sono ospitati rispettivamente 6 e 3 condannati “di troppo”.
«Con 5 istituti oltre il limite regolamentare su 10 – spiega Caligaris – in Sardegna si sta configurando una condizione difficile per l’aumento dei detenuti e le carenze di organici e direttori. Attualmente in 5 strutture sono ristrette 1.507 persone su 2.145 e mancano i direttori titolari oltre che a Cagliari, a Oristano, Is Arenas e Tempio-Nuchis. Un’altra eccedenza significativa +108,4% si registra esaminando i dati del Ministero della Giustizia relativi al mese di gennaio 2017. Un quadro così poco edificante non può lasciare indifferenti le istituzioni regionali e locali anche perché una notevole fetta di reclusi ha problematiche psichiche e di dipendenze, talvolta con gravi episodi di autolesionismo e atti aggressivi verso gli operatori».

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