‘Un sorriso a Natale in Palestina’, l’iniziativa di tre cagliaritani per i bambini dei campi profughi

“Un sorriso a Natale in Palestina”. È questo il nome del progetto ideato da Domenico Maurizio Loi, titolare della pizzeria Federico Nansen di Cagliari, da sua moglie Stefania Foddis e dalla volontaria Maria Rita Pirastu, che quest’anno hanno deciso di passare
“Un sorriso a Natale in Palestina”. È questo il nome del progetto ideato da Domenico Maurizio Loi, titolare della pizzeria Federico Nansen di Cagliari, da sua moglie Stefania Foddis e dalla volontaria Maria Rita Pirastu, che quest’anno hanno deciso di passare un Natale diverso, in mezzo agli uomini, le donne e i bambini dei campi profughi dei territori della striscia di Gaza.
Cinque giorni di attività di intrattenimento e solidarietà per chi deve far fronte a condizioni di vita estreme. <<Il 24, giorno della vigilia – racconta Domenico – abbiamo fatto una festa per bambini con i cabarettisti in un centro riabilitativo di Nablus . Mi sono vestito da Babbo Natale ed abbiamo distribuito doni e cioccolatini ai più piccoli>>.
Per sua stessa ammissione, all’inizio non è stato facile : <<Innanzitutto, entrare in un campo profughi non è una cosa semplice; bisogna sempre muoversi con qualcuno del posto. Poi, per rispetto delle credenze locali, non è detto che avrebbero accettato la figura di Babbo Natale, che peraltro molti bambini non cristiani non conoscono bene. Invece la reazione è stata di felicità e gratitudine. Abbiamo anche comprato un tavolo da ping pong, che desideravano tanto. Il giorno di Natale abbiamo visitato il campo profughi di Daewsha ( Betlemme ) dove abbiamo donato dieci tavoli di plastica al Centro culturale At Ibdaa affinché i bambini possano svolgere attività educative e ricreative. A Santo Stefano siamo stati in una scuola elementare e media di Ramallah frequentata da alunni sordomuti e abbiamo regalato tanti sorrisi e divertimento con la partecipazione dei clown. Inoltre, abbiamo donato alla scuola una lavagna elettronica>>.
Come ultima tappa del viaggio, ieri mattina, il villaggio beduino Khan al Ahmar, tra Gerusalemme e Gerico, presso la ‘scuola di gomme’, così chiamata perché costruita interamente con gomme di macchine. È stata realizzata dall’associazione italiana ‘Vento di Terra’ e, dicono gli abitanti del posto, sarebbe sotto costante minaccia di demolizione da parte del governo israeliano. <<Anche qui, una calorosissima accoglienza. A loro abbiamo donato un televisore, che per noi è una cosa scontata, ma per loro ha un’importanza enorme visto che in quella scuola non l’hanno mai avuto>>, dice Domenico, che afferma di aver trovato <<una situazione peggiore degli anni scorsi. La gente non ne può più di sopportare le condizioni di vita alle quali sono stati costretti. Però vanno avanti. Qui è pieno di checkpoint, ma noi fortunatamente non siamo stati fermati perché siamo entrati in qualità di cristiani, non di volontari>>.
Domenico e Stefania sono rientrati oggi in Sardegna, ma in Palestina hanno lasciato un bel ricordo, tanti sorrisi e anche la bandiera dei quattro mori.

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